Casa famiglia Sandra di Carpanedo, dove sono ospitati sette anziani, può rimanere

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Martedì 29 Settembre 2015, 05:47
Casa famiglia Sandra di Carpanedo, dove sono ospitati sette anziani, può rimanere aperta. Nei giorni scorsi il vicesindaco reggente Filippo Giacinti ha notificato al responsabile della struttura Pietro Merola la sospensiva dell'ordinanza di chiusura. A questo punto la palla passa di nuovo alla Regione Veneto. Che, ricorda lo stesso Merola, «dallo scorso febbraio non ha ancora emanato i decreti attuativi della legge regionale in materia di diritto dell'anziano all'integrazione famigliare e sociale». Esiste solo una norma quadro priva di specifici contenuti.
«Andiamo avanti con la nostra attività di accoglienza - commenta il responsabile, visibilmente soddisfatto per il passo indietro del Comune di Albignasego - Non sarà certo questo vuoto legislativo a fermarci. Qui gli anziani, tutti autosufficienti, stanno bene. Hanno dichiarato più volte che non se ne vogliono andare».
Risolta la questione? Non proprio. La casa famiglia continua a viaggiare sul crinale: non ci sono norme che regolano la materia. A questo proposito Merola si dice deluso dal comportamento di alcuni politici. «All'apparenza sono interessati al progetto. Poi però non prendono alcuna decisione. Quando io e mia moglie abbiamo iniziato questa attività non ci saremmo certo immaginati di dover affrontare tante e tali difficoltà - aggiunge - Sembra quasi che l'amministrazione pubblica voglia metterci i bastoni fra le ruote».
Merola ha scritto pure al presidente della Regione Luca Zaia e a tutti i consiglieri regionali. «Non ho ottenuto alcuna risposta - sottolinea - Se non un'interrogazione alla Giunta predisposta dal consigliere Pd Piero Ruzzante. Ci auguriamo che la nostra struttura venga finalmente regolata. Si tratta di una buona pratica da imitare».
Nella casa famiglia di Carpanedo gli anziani conducono una vita all'insegna della condivisione: giocano a carte, fanno quattro chiacchiere e guardano insieme la televisione. «Sono sempre vissuti in un contesto familiare - conclude Merola - Non vedo perché dovrebbero cambiare proprio ora».