Vendute, stuprate, schiavizzate: l'orrore delle donne yazide nelle mani dell'Isis

Vendute, stuprate, schiavizzate: l'orrore delle donne yazide nelle mani dell'Isis
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Mercoledì 29 Aprile 2015, 22:54 - Ultimo aggiornamento: 23:39
È stata, e per alcune lo è tuttora, una discesa nell'orrore quotidiano per centinaia di donne, ragazze e anche bambine della minoranza Yazidi catturate l'anno scorso dai terroristi islamici dell'Isis nella loro offensiva nel Nord Iraq.

Si chiamano Dalia, Leyla, Selma o Rudeyna, hanno fra 10 e 24 anni, e le loro terribili storie non sono ambientate nel Medio Evo, ma nel cuore del XXI Secolo. Le ha raccolte il quotidiano turco Hurriyet nei campi profughi del Kurdistan iracheno dove sono riuscite a fuggire. Dalia aveva 18 anni quando è stata

catturata il 3 agosto 2014 con altre decine di donne e ragazze nel villaggio di Herdan nel Sinjar.



Ha riferito piangendo, gli occhi fissi nel vuoto, di essere stata ripetutamente violentata, umiliata, torturata, venduta, regalata, per nove mesi. È stata "ceduta" sette volte da un miliziano all'altro. Subito dopo l'occupazione dei villaggi yazidi, donne e ragazze sono state separate dagli uomini, uccisi o portati via e assassinati altrove.



Tutte sono state costrette a «convertirsi all'Islam o morire». Ma la conversione forzata non ha migliorato la loro sorte. Sono state concentrate in scuole trasformate in "mercati delle schiave" dove i miliziani venivano a comprarle.



Con le altre giovani Dalia è finita in una scuola di Tel Afar. «Gli emiri Isil venivano ogni giorno e sceglievano una ragazza. C'erano anche bambine di 12 anni». Daklia è passata per le mani di un miliziano turcmeno, quindi di un "emiro", Abu Mustafa, che l'ha "regalata" a un amico ceceno, Aymen.



«Prima di violentarmi mi ha preso per i capelli e mi ha tuffato la testa in un catino di benzina.«Sei sporca, cosi ti pulisco», diceva. Il calvario della ragazza è durato nove mesi, fino a quando è riuscita a fuggire. Leyla, 20 anni, è stata venduta a Raqqa, "capitale" Isis in Siria. «Venivano tutti i giorni e prendevano tre o quattro ragazze che gli piacevano».



Leyla è stata comprata con un'altra ragazza da un miliziano che l'ha portata a Husaybah dove l'ha venduta a un altro jihadista. «Mi ha violentata per 4 giorni, ammanettata. Poi mi ha venduta a un egiziano» e anche lui l'ha stuprata ripetutamente. «L'ho supplicato di non farlo: "sono gli ordini del nostro califfo al-Baghdadì", rispondeva».



Bahar, 15 anni, è stata comprata con due cugine di 19 e 24 anni, Nawin e Hadiya,da un aguzzino saudita, sposato. «Ci picchiava tutti i giorni, la notte ci violentava. "Abbiamo fondato il califfato per diffondere l'islam, quindi dovete convertirvì", ci ha ordinato. Abbiamo accettato per non morire». Ma la sorte delle ragazze non è cambiata, fino alla fuga. «Gli Yazidi son infedeli - diceva il miliziano - siete nostre proprietà».



Neanche le bambine sono sfuggite al sadismo dei tagliatori di teste" del "califfo" al-Baghdadi. Cosi Rudeyna, 10 anni: «hanno fatto cose brutte con me, ha detto a Hurriyet, sono la gente più cattiva del mondo».