Scompare un malese. Braccianti, nuovo giallo. La Cgil Puglia: «Occultato il corpo? Solo una voce, nessun testimone»

Scompare un malese. Braccianti, nuovo giallo. La Cgil Puglia: «Occultato il corpo? Solo una voce, nessun testimone»
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 26 Agosto 2015, 15:29 - Ultimo aggiornamento: 28 Agosto, 10:30

Negli ospedali del foggiano ad agosto non è morto nessun cittadino del Mali. L'11 agosto scorso, nell'ospedale di Foggia, è giunto un giovane cittadino maliano, bracciante agricolo che dimora nel “ghetto” di Rignano, per motivi non riconducibili al lavoro nei campi. Dopo il ricovero e le cure, il giovane è stato dimesso ieri. E' questo l'esito dei primi accertamenti compiuti dai carabinieri del Comando provinciale di Foggia che, coordinati dalla procura, indagano sulla scomparsa di un cittadino maliano di 30 anni che sarebbe morto mentre raccoglieva pomodori e il cui corpo sarebbe stato nascosto in tutta fretta dai “caporali”.

La storia è stata denunciata ieri alla stampa da Ivan Sagnet, coordinatore pugliese per l'immigrazione della Flai-Cgil.

Le dichiarazioni del sindacalista hanno destato clamore e si era pensato ad «un salto di qualità» dei caporali che schiavizzano gli indifesi braccianti assoldati per pochi euro per riempire decine di cassoni da tre quintali l'uno.

Sagnet è stato ascoltato oggi dai carabinieri come persona informata dei fatti. Ai militari ha detto di «non essere in possesso di alcuna informazione diretta e circostanziata» sulla presunta morte del bracciante e ha riferito di una «voce che circolava all'interno del “ghetto”, senza fornire alcun elemento utile a rintracciare testimoni o comunque persone in grado di raccontare fatti utili al prosieguo delle indagini».

Sulla vicenda nei giorni scorsi il procuratore di Foggia, Leonardo Leone de Castris, ha aperto un fascicolo per verificare le voci che circolano sulla vicenda e che continuano a circolare nel “ghetto di Rignano”, un sobborgo alle porte di Foggia dove dimorano in condizioni disumane centinaia di braccianti extracomunitari. Per combattere il caporalato le forze di polizia, negli ultimi giorni, hanno intensificato i controlli.

Il fenomeno è molto esteso se si pensa che da gennaio ad oggi, nelle province di Bari e Barletta Andria Trani, i carabinieri, in collaborazione con Direzione territoriale del lavoro, Inps, Inail, Spesal e Asl, hanno scovato 190 lavoratori irregolari nelle 68 aziende ispezionate. Solo ieri, ad Andria, città in cui è morta il 13 luglio scorso Paola Clemente, la bracciante tarantina 49enne stroncata da un malore mentre lavorava nei campi all'acinellatura dell'uva, in tre delle sei aziende controllate sono risultati irregolari 24 lavoratori su 67.

© RIPRODUZIONE RISERVATA