Città del Vaticano Cento. Cifra tonda. Per i matematici è il numero base della percentuale, un numero ottadecagonale, noncototiente. Per Papa Francesco, invece, domani mattina è il centesimo appuntamento con i fedeli dall’inizio del pontificato. Ogni volta poco prima alle 10,30 si sbriga per non fare tardi, per non fare aspettare la gente, esce di fretta accompagnato dai gendarmi, sale sulla Papamobile diretto sul sagrato della basilica. Un percorso di poche decine di metri da Santa Marta. Saluta chi incontra mentre pensa ai punti centrali della catechesi. Spesso esce assorto, con la testa rivolta a qualche grave problema che poi affiora sempre durante l’udienza, nel momento dei saluti, dopo la preghiera, parlando a braccio. Papa Francesco improvvisa, sceglie la spontaneità, preferisce ascoltare il cuore più che dare retta al protocollo. Ormai nessuno ci fa più caso.
Con lui l’adunata del mercoledì ha cambiato volto.
Naturalmente non sono mancati i vip. Patti Smith con un amico, suor Cristina che gli ha regalato il suo Cd, Totti che gli mostrava la maglia numero 10 della Roma. “Chissà se la indosserò”. E poi Maradona, sindaci di tutta Italia, attori. Lucia Annibaldi, la donna sfigurata dall’acido dal suo ex fidanzato. Persino Angelina Jolie con i figli. Francesco mercoledì dopo mercoledì ha baciato anziane, stretto mani, fatto le coccole ai neonati che gli venivano allungati. Una mattina ha messo in bocca il ciuccio a un piccolo che piangeva a dirotto. Un’altra volta ha dovuto consolare un ragazzino vestito da papa (era carnevale); si era messo a singhiozzare. Il comandante Giani cerca sempre di non fargli sentire troppo strette le maglie della sicurezza. Fosse per il Papa si mescolerebbe alla folla, come se niente fosse, specie quando vede in lontananza dei gruppi di argentini che sventolano la bandiera bianca e azzurra.
Zingari, homeless, rifugiati, cartoneros, disoccupati non mancano mai. Gli ultimi. Mercoledi dopo mercoledì il numero dei fedeli aumenta. L’effetto Francesco non accenna a diminuire. L’anno scorso ha spento la torta di compleanno sul sagrato, benedetto fiaccole, ammirato dipinti di pittori, commentato libri, pregato davanti a fotografie di persone scomparse. Molte le frasi spontanee, gli appelli e le riflessioni, nel post catechesi. Ha dichiarato scandaloso il divario tra la retribuzione delle donne a quella degli uomini. Ha insistito sul tema del lavoro, l'obiettivo della produttività non può "tenere in ostaggio" la famiglia. "Quando il lavoro è in ostaggio della logica del solo profitto e disprezza gli affetti della vita – ha ammonito il pontefice - l'avvilimento dell'anima contamina tutto: anche l'aria, l'acqua, l'erba, il cibo" e le conseguenze "colpiscono soprattutto i più poveri”. Ai separati e ai divorziati risposati ha aperto le porte. “Non sono affatto scomunicati e non vanno assolutamente trattati come tali». Poi ha parlato della malattia dei cristiani: “Avere paura della gioia, sono come i pipistrelli. Preferiscono il buio alla luce”. Forse la frase più bella a difesa sulle donne risale all’anno scorso. Adamo? Il primo maschilista della storia. “Fece una brutta figura quando Dio gli chiese perché aveva mangiato la mela; lui risposte che gliela aveva data Eva: come dire che la colpa è sempre della donna, povera donna! Dobbiamo difendere le donne”. Auguri Papa Francesco.