E’ lui il professionista finito ai domiciliari per tentata concussione: i finanzieri del comando provinciale di Foggia hanno organizzato una consegna simulata di denaro al perito dell’imprenditore salentino Giovanni Sabella, 55 anni, finito nell’inchiesta che ipotizza il reato di omicidio colposo, nelle vesti di titolare della Sc Engineering. Quel perito - questa l’accusa - sarebbe stato contattato dall’ingegnere Amatucci qualche giorno dopo il conferimento dell’incarico esteso anche agli altri indagati Walter Franco Bergonzi, 55 anni di Milano, responsabile dell'ufficio gestione immobili della Banca su tutto il territorio nazionale; Domenico Antonio Potenza, 57 anni di Pescara, architetto; Celeste De Cata, 39 anni di Apricena, ingegnere; Marco Criscuoli, 51 anni di Campomarino, funzionario locale della banca; e Michele Villani, 48 anni di Foggia, imprenditore edile.
Il motivo di quella telefonata ha fatto in pratica avviare le indagini sfociate nell’arresto: il consulente della Procura avrebbe prospettato la possibilità di stendere una relazione che avrebbe tenuto fuori le eventuali responsabilità ravvisabili in capo a Sabella, se fossero stati disponibili a venirgli incontro.
Un “do ut des”, insomma, il principio che avrebbe spinto l’ingegnere a fare pressione su uno degli indagati, consapevole dell’influenza che avrebbe potuto esercitare la sua consulenza sull’orientamento che imprimerà alle indagini sulla morte di Lattuchelli il sostituto procuratore titolare del fascicolo.E avrebbe fissato anche il prezzo di quella violazione del dovere di imparzialità, è la conclusione a cui sono arrivati gli inquirenti, il consulente della Procura della Capitanata: 10mila euro. Dopo un iniziale momento di sconcerto, il perito di parte ha informato l’imprenditore salentino ed il suo l’avvocato difensore Sabrina Conte. Ed insieme hanno deciso di presentare un esposto.
Gli inquirenti hanno optato per la strategia della consegna-pilotata: all’appuntamento si sono presentati anche i finanzieri in borghese, defilati, per fermare l’ingegnere di Ascoli Piceno in flagranza di reato.
Va da sé che l’inchiesta sull’infortunio sul lavoro ha subito un momentaneo rallentamento e che ora la Procura di Foggia dovrà individuare un nuovo consulente che dovrà chiarire cosa sia accaduto in quell’impianto antincendio, se l’incidente si sarebbe potuto evitare e quali siano le eventuali responsabilità degli indagati.