Renzo Arbore: in un libro la mia vita, una jam session

Renzo Arbore: in un libro la mia vita, una jam session
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Sabato 21 Novembre 2015, 15:35 - Ultimo aggiornamento: 20 Novembre, 21:40
(di Paola Mentuccia) (ANSA) - ROMA, 21 NOV - Una vita improvvisata, in cui ogni nuova espressione artistica è nata da un incontro, da un'idea, da una situazione. Renzo Arbore ha raccontato le sue innumerevoli esperienze umane e professionali a Lorenza Foschini e il risultato è la biografia «Renzo Arbore. E se la vita fosse una jam session? Fatti e misfatti di quello della notte». Una biografia «sciuè sciuè», come la definisce lui stesso, perchè più che narrare gli eventi in ordine cronologico, descrive una sorta di camera delle meraviglie e abbraccia un universo fatto di passioni, il racconto di una generazione e un pezzo di storia della radio e televisione italiane.



Un volume che accompagnerà, peraltro, «Renzo Arbore. La mostra.», che si terrà a Roma al MACRO Testaccio, dal 19 dicembre 2015 al 3 aprile 2016. Incontri con artisti e musicisti, retroscena mai raccontati, la battaglia quotidiana contro la noia e poi le città che hanno scandito le fasi più importanti della sua vita: «Foggia, la provincia, con tutto quello che mi ha insegnato, - ha spiegato in un'intervista all'ANSA - Napoli, una città di cultura straordinaria, Roma, città ospitalissima e veramente capitale del nostro Paese, e poi l'America tra New York, Los Angeles, Miami, New Orleans, il sogno che avevo fin da bambino quando ho visto arrivare gli americani nella mia città». Rivoluzionario, pioniere di nuovi linguaggi e registri, Renzo Arbore ha intrecciato il suo stile di vita, il suo non prendersi sul serio ma con serietà, con la sua professione di artista.



E forse è stata proprio questa la chiave del suo successo. «Ho cercato sempre di fare quello che non facevano gli altri - ha raccontato - Ho cercato di fare l'altro e quindi l'altra radio, l'altra musica, l'altra canzone napoletana, l'altro cinema. Sono afflitto - ha proseguito con inconfondibile ironia - da ricorrenti passioni che ho sempre tradotto in opere vagamente artistiche». È stato così per la trasmissione televisiva «Quelli della notte», che Arbore mette in cima ai suoi «misfatti»: «Noi facevamo una televisione con velleità artistiche - ha spiegato - e "Quelli della notte", essendo stato un programma improvvisato e cult e avendo un marchio potente e indelebile come 'Lascia o raddoppia?' di Mike Bongiorno, ha lasciato un segno perchè era assolutamente anomalo, è stato il biglietto da visita e la dichiarazione di un modo di fare televisione che nessuno faceva».



Una televisione che ora Arbore intravede solo nei talent, perchè oggi «lo scopo supremo è fare i numeri per vendere i prodotti». Nel ritratto dell'artista che ha fatto dell'improvvisazione la sua cifra personale non potevano mancare gli incontri: fratelli, sorelle e grandi artisti, amici ma soprattutto un grande amore. «Nella vita privata - ha raccontato - ho trascurato l'idea di farmi una famiglia che avrei dovuto fare con Mariangela Melato, l'amore più grande della mia vita, ma ci siamo distratti». Ci sono stati altri amori importanti, Renzo Arbore ne conta quattro, ma la stagione vissuta con la Melato, ha ricordato, «è quella della formazione, dei primi successi, dell'incontro con l'arte, con il grande cinema, con il teatro».



La famiglia di Renzo Arbore è diventata l'allegra brigata dei suoi amici, da Nino Frassica a Marisa Laurito, da Roberto Benigni a Isabella Rossellini. La sua energia non è esaurita: «Da grande - tiene a precisare - voglio fare l'artista». E così naviga fino alle tre di notte nella rete, «una benedizione straordinaria», perchè «lì sono appagate tutte le mie curiosità di artista che vuole conoscere il passato per edificare il futuro».
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