Tangenti Eni: secondo i giudici utilizzate per l'acquisto di armi pesanti

Tangenti Eni: secondo i giudici utilizzate per l'acquisto di armi pesanti
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Venerdì 12 Settembre 2014, 17:19 - Ultimo aggiornamento: 17:20
(Teleborsa) - Si arricchisce di nuovi particolari l'inchiesta giudiziaria che ha investito l' Eni, dopo che la Procura di Milano ha aperto un fascicolo per presunta corruzione internazionale nei confronti dei vertici del gruppo petrolifero. Secondo la magistratura, parte della maxi tangente pagate in Nigeria per ottenere appalti, sarebbe stata usate per comprare armi pesanti. Un particolare, questo, che scaturisce dall'inchiesta sulla presunta maxi corruzione, anticipato dal Tg3 e confermato dagli atti di indagine.



Nella rogatoria, scritta in inglese e indirizzata alle autorità londinesi, i magistrati milanesi spiegano, infatti, che parte degli 800 milioni di dollari: 523 milioni in tutto sarebbero, transitati sui conti della società schermo Malabu, riferibile all'ex ministro nigeriano Dan Etete. Malabu avrebbe poi fatto molti “versamenti” a favore di “società” o “soggetti” in diversi Paesi.



E parte di quelle somme, spiegano sempre i giudici, sarebbero state usate anche per comprare carri armati e aerei. 200 milioni, invece della maxi tangente da oltre un miliardo di euro sarebbe stata destinati a soggetti di nazionalità italiana , non solo gli intermediari tra cui figura Luigi Bisignani ma anche manager del gruppo del cane a sei zampe