Abbassa il tuo termostato, per favore. Di fronte all'emergenza gas, il governo interviene con un piano di razionalizzazione di utilizzo delle risorse, a partire dall'abbassamento di un grado della temperatura massima degli impianti di riscaldamento. Tra l'altro, nelle aree del Paese con il clima più mite, c'è allo studio da parte del ministro per la Transizione ecologica, Roberto Cingolani, anche l'ipotesi di ridurre di due gradi la temperatura massima impostata e di due ore il tempo massimo di utilizzo.
Termosifoni, i controlli
Bene, ma chi controlla? Questo è il lato più sfuggente del piano.
Gli amministratori di condominio degli stabili dove vi sia un impianto di riscaldamento centralizzato saranno responsabilizzati nel garantire il rispetto del piano, ma saranno anche possibili controlli a campione affidati alla polizia locale, dunque ai vigili urbani, che potranno anche irrogare una sanzione la cui entità deve essere ancora definito. Discorso più scivoloso quando si parla di abitazioni con impianti di riscaldamento autonomo, molto diffuso. Difficilmente i vigili urbani potranno entrare a piacimento nelle case, mentre potranno essere più efficaci le verifiche nei negozi e negli uffici aperti al pubblico.
Il piano per l'inverno
Partiamo da un dato: l'Italia è divisa in varie zone climatiche, con regole differenti, ma la fetta più estesa del Paese rientra nella "zona E" (ad esempio Milano, Bologna e Torino) e nella "D" (Roma, Genova e Firenze). Nella E normalmente gli impianti di riscaldamento possono essere accesi dal 15 ottobre al 15 aprile per un massimo di 14 ore; nella D dal primo novembre al 15 aprile per un massimo di 12 ore. Bene, le nuove regole - che varranno anche per uffici pubblici e privati - porteranno a un taglio di un'ora e al tetto dei 19 gradi. I controlli a campione, al momento, uniti alla responsabilizzazione degli amministratori dei condomini rappresentano le uniche armi, insieme a una campagna di sensibilizzazione, per farle rispettare.