Italia divisa in due. Il Sud rischia la desertificazione

Italia divisa in due. Il Sud rischia la desertificazione
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Mercoledì 30 Luglio 2014, 17:38 - Ultimo aggiornamento: 17:39
(Teleborsa) - L'Italia si conferma un paese spaccato, diviso e diseguale, su pi fronti, dove il Sud scivola sempre pi nell'arretramento. E' la fotografia scattata dal rapporto Svimez sull'economia del Mezzogiorno 2014 presentate alla Camera, in cui si evidenzia che il PIL del Sud è crollato nel 2013 del 3,5% contro il -1,4% del centro Nord. Nel 2013 il divario di PIL pro capite è tornato ai livelli di dieci anni fa; negli anni di crisi 2008-2013 i consumi di delle famiglie sono crollati quasi del 13%, gli investimenti nell'industria addirittura del 53%; i tassi di iscrizione all'Università tornano ai primi anni duemila e per la prima volta il numero di occupati ha sfondato al ribasso la soglia psicologica dei 6 milioni, il livello più basso dal 1977. Una terra a rischio desertificazione industriale e umana, dove si continua a emigrare, non fare figli e impoverirsi: in cinque anni le famiglie assolutamente povere sono aumentate di due volte e mezzo, da 443mila a 1 milione e 14mila nuclei. A livello regionale, nel 2013, fatta eccezione per Trentino Alto Adige e Toscana si registrano segni negativi per tutte le regioni italiane. Anche le regioni del Centro-Nord, sono tornate a segnare cali significativi, come l'Emilia Romagna (-1,5%), il Piemonte (-2,6%), il Veneto (-3,6%), fino alla Valle d'Aosta (-4,4%). Nel Mezzogiorno la forbice resta compresa tra il -1,8% dell'Abruzzo e il -6% della Basilicata, fanalino di coda nazionale. In posizione intermedia la Campania (-2,1%), la Sicilia (-2,7%), il Molise (-3,2%). Giù anche Sardegna (-4,4%), Calabria (-5%) e Puglia (-5,6%). Guardando agli anni della crisi, dal 2008 al 2013, profonde difficoltà restano soprattutto in Basilicata e Molise, che segnano cali cumulati superiori al 16%, accanto alla Puglia (-14,3%), la Sicilia (-14,6%) e la Calabria (-13,3%).