Grecia, Tsipras: trattiamo ancora, voto non è contro l'Europa. No di Merkel alle proposte di Atene

Grecia, Tsipras: trattiamo ancora, voto non è contro l'Europa. No di Merkel alle proposte di Atene
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Mercoledì 1 Luglio 2015, 17:41
Il premier greco Alexis Tsipras è pronto ad accettare, con alcune modifiche, le condizioni dei creditori che erano sul tavolo nel fine settimana scorsa prima della rottura delle trattative. Lo scrive il Financial Times che cita la lettera inviata da Tsipras ai creditori la notte passata. Su le Borse europee, che scommettono su una intesa fra Atene e i creditori.



«La Repubblica Ellenica - si legge nel testo della lettera pubblicato sul sito del quotidiano britannico - è pronta ad accettare l'accordo tecnico a condizione che vengano inseriti alcuni emendamenti, aggiunte e chiarimenti».



Ma la cancelliera tedesca Angela Merkel frena. Gli aiuti alla Grecia sono sospesi dopo che Atene ha unilateralmente abbandonato il negoziato, e ora bisogna aspettare l'esito del referendum, ha detto Merkel. La Grecia ha il diritto di fare il suo referendum sulle proposte europee, ma i partner europei hanno egualmente il diritto di rispondere a quello che sarà il suo esito, ha aggiunto la cancelliera, secondo cui - nonostante l'ultima apertura di Atene - «la Germania ha deciso: aspettiamo il referendum».



«Lasciamo aperte le porte al colloquio con la Grecia ma abbiamo bisogno che Atene realizzi le riforme per una crescita sostenibile come hanno fatti altri paesi europei», ha poi sottolineato Merkel in una conferenza stampa con Matteo Renzi. «Insieme possiamo costruire questa casa europea e cercare di tenere conto delle diverse posizioni».



I creditori stanno ricattando i greci per spingere a un voto positivo nel referendum di domenica prossima. «Ci dicono, o accettate le proposte dei creditori o avrete difficoltà», ha detto il premier greco in un intervento in televisione.



Un voto negativo al referendum «non significherebbe dire no all'Europa, ma tornare a un'Europa di valori», ha sottolineato Tsipras, invitando i cittadini a esprimersi contro la proposta europee. «La Grecia resta al tavolo negoziale», ha poi precisato Tsipras.



«Questa situazione non durerà per molto. Salari e pensioni non andranno persi», ha poi assicurato Tsipras riferendosi a questi giorni di difficoltà e paura per il popolo greco. «Da parte nostra noi cercheremo di rifiutare ciò che il memorandum ci chiede, cercheremo di fare il possibile, per avere condizioni migliori, più positive», ha concluso.



In queste ore i tecnici di Commissione europea e Bce stanno valutando gli effetti delle controproposte del governo greco all'ultimo testo preparato dai creditori che è stato respinto da Tsipras e che invece, adesso, sotto la pressione politica esterna e anche interna, il leader greco ha rimesso sul tavolo puntando a una nuova versione.



I punti fondamentali sui quali Tsipras propone delle alternative all'impostazione dei creditori riguardano l'aumento dell'Iva, i tagli di spesa, alcuni aspetti della riforma delle pensioni, le norme sul mercato del lavoro, le privatizzazioni con particolare riferimento al futuro di Admie, la compagnia nazionale di trasmissione dell'elettricità.



Il punto centrale riguarda la riforma dell'Iva: Tsipras vuole che sia mantenuto lo sconto del 30% nelle isole pur applicandolo ai nuovi tassi. I creditori vogliono eliminarli. I nuovi tassi dovrebbero essere del 23% quello standard (anche per ristoranti e catering), del 13% per prodotti alimentari di base, energia, hotel, acqua), 6% per farmaci, libri e teatri.



La Grecia ieri non ha pagato i circa 1,5 miliardi di euro dovuti al Fondo monetario internazionale ma si tratta ancora per trovare una via d'uscita dalla crisi. Slitta intanto a oggi pomeriggio la riunione dell'Eurogruppo che deve esaminare la richiesta del premier ellenico di negoziare un accordo in extremis che eviti il default del Paese e soprattutto l'uscita dall'euro.



L'agenzia di valutazione del debito Fitch ha tagliato il rating di Atene, dove oggi migliaia di pensionati privi di bancomat sono in fila alle banche per il pagamento in contanti delle pensioni. Secondo i sondaggi, peraltro, la chiusura degli istituti di credito favorisce il sì degli elettori al referendum sulla proposta di accordo dei creditori in programma domenica. Ieri i sostenitori del sì sono scesi in piazza.



Tsipras vorrebbe negoziare un terzo piano, che comprenda anche un accordo per il taglio del debito. Ma la Merkel esclude che tale trattativa possa avvenire prima del referendum del 5 luglio. L'ultima offerta che Tsipras ha inviato ieri ai creditori, cercando un accordo dell'ultimo minuto, era molto distante dall'ultima offerta di mediazione del presidente Jean Claude Juncker. Il premier chiedeva un nuovo prestito del fondo salva stati per due anni e una ristrutturazione del debito.



Ora, con la scomparsa del secondo programma di aiuti, la speranza di Tsipras è che l'Ue apra subito al negoziato sul terzo pacchetto, che seppellisca per sempre l'odiato Memorandum legato agli accordi precedenti. La Merkel, però, frena le aspettative greche: «Berlino non prenderà in considerazione l'ipotesi di un terzo salvataggio per la Grecia, come proposto da Atene, prima dell'esito del referendum di domenica prossima».



La cancelliera lascia comunque la porta aperta: «Naturalmente anche dopo mezzanotte non taglieremo fili del dialogo, o non saremmo l'Unione europea», ha detto. E il suo ministro delle finanze, Wolfgang Schaeuble, rassicura anche sulle conseguenze di un eventuale vittoria del no al referendum: «Non sarebbe una Grexit», ha detto, ribadendo la linea di difesa della zona euro scelta da Berlino.



Ma il pressing sulla trattativa non è ad una sola direzione. Dagli Usa, ad esempio, Obama chiede di continuare la trattativa. E non sono solo parole: il segretario al Tesoro, Jack Lew si attacca al telefono e chiama molti «colleghi» europei per convincerli ad aprire uno spiraglio ad Atene. Serve un compromesso, ha ripetuto a tutti.



L'Ue, comunque, non sembra disposta per il momento ad abbandonare la Grecia. «In queste ore s'è riaperto il dialogo», aveva detto ieri mattina il presidente del gruppo S&d all'Europarlamento, Gianni Pittella.
E il premier Matteo Renzi ha sentito al telefono Tsipras. Se si trovasse un'intesa prima del 5 luglio, fanno sapere fonti europee, Atene potrebbe anche ritirare il referendum o schierarsi a favore.