Alitalia, in 6 anni la cordata dei patrioti ha bruciato 1,9 miliardi

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di Rosario Dimito
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Venerdì 19 Dicembre 2014, 06:18 - Ultimo aggiornamento: 1 Gennaio, 15:11
Si chiude l'era tutta italiana di Alitalia. Da oggi iniziano gli adempimenti per l'arrivo di Etihad che si concretizzerà entro lunedì 22 in modo da far decollare la nuova compagnia presieduta da Luca di Montezemolo e guidata da Silvano Cassano dall'1 gennaio. L'ingresso del partner di Abu Dhabi avviene sulla base della chiusura dei conti dell'attuale compagnia. Ieri il consiglio presieduto da Roberto Colaninno, rimasto aperto dal giorno prima, ha finalmente fatto quadrare i numeri relativi alle valutazioni delle attività che verranno conferite nella nuova Alitalia Sai che sarà controllata al 51% dalla Midco, società cuscinetto posseduta dall'attuale compagnia.



E i numeri sono stati fatti girare sulla base di una previsione di bilancio 2014: il rosso si attesta a 228 milioni, meno delle previsioni e soprattutto in miglioramento rispetto alla perdita di 295 milioni registrata nell'esercizio 2013. Il deficit di quest'anno porta a 1.939 milioni il passivo dell'esperienza dei sei anni della gestione dei «patrioti», secondo la definizione di Silvio Berlusconi.



Tornando al consuntivo visionato dal board, la perdita è scesa in conseguenza della diminuzione dei costi: 2.950 milioni contro i 3.198 del 2013. Purtroppo la nota negativa arriva dai ricavi: 3.227 milioni, in calo rispetto ai 3.442 dell'anno prima. In netto miglioramento l'ebitda: il rosso si dimezza a 31 milioni (era di 66). Tirando le somme, Gabriele Del Torchio lascia la guida dopo 20 mesi riducendo le passività.



IN CAI LITI PER 105 MILIONI

Su queste cifre partirà stamane a Milano il riassetto. Presso lo studio del notaio Marchetti sono fissate le assemblee di Alitalia Sai e di Midco: l'assise della newco delibererà l'aumento di capitale da 790,5 milioni, in modo che lunedì 22 si possa svolgere il closing con i conferimenti. Per definire i valori delle attività (flotta, dipendenti, marchio, rapporti commerciali) il cda è rimasto aperto due giorni. I consulenti Enrico Laghi, Gabriele Villa e l'asseveratore Maurizio Dallocchio hanno dovuto rifare più volte i conti sul presupposto che l'investimento di Etihad sia fisso (387,5 milioni) in cambio del 49%. Fino all'ultimo invece, le perizie sugli asset davano valori molto più alti (fino a 480 milioni): alla fine si è riusciti a far quadrare i conti attorno a 403 milioni, corrispondenti al 51% del capitale che sarà oggetto di conferimento in sede di aumento della Midco. Quest'ultima è la scatola intermedia voluta da Poste per versare i suoi 75 milioni che non voleva si confondessero con la gestione pregressa.



Trasferite le attività operative alla Sai, alla vecchia Alitalia (holdco) presieduta sempre da Montezemolo resta il contenzioso per un valore di 105 milioni e la partecipazione in Midco. Dei 105 milioni rappresentati dalle cause in essere, 55 sono il valore della partecipazione detenuta nella società AirOne contenente le liti fiscali con l'ex patron Carlo Toto.



Lunedì ci sarà la chiusura del cerchio. Si darà attuazione alla montagna di accordi (transaction implementation agreement, come li ha battezzati lo studio Dla Piper per conto di Etihad). Data la complessità delle carte da firmare, non si esclude che l'intera operazione possa concludersi martedì 23. Comunque, l'efficacia dei conferimenti e di tutti gli altri adempimenti è rinviata alla mezzanotte del 31 dicembre. Alla mezzanotte di Capodanno prenderà il volo la nuova compagnia: va detto che si tratta di un passaggio di consegne meramente burocratico-amministrativo visto che ci saranno in volo tanti aeromobili.