Terrmeoto, al MarTa oggi incasso solidale

Terrmeoto, al MarTa oggi incasso solidale
di Francesca RANA
3 Minuti di Lettura
Sabato 27 Agosto 2016, 09:18 - Ultimo aggiornamento: 28 Agosto, 21:42
Una giornata al MarTa di Taranto, oggi, acquisirà in ogni caso un valore aggiunto, profondamente umanitario e solidale.
Alla stregua di tutti i musei statali, i suoi incassi tra le 8.30 e 19.30, saranno destinati alla ricostruzione di tutti i luoghi del tragico sisma nelle terre di Amatrice, sbriciolata e distrutta, nell’alto Lazio e dintorni, fino alle Marche ed all’Umbria, ed alle aree archeologiche. L’hashtag #museum4italy raccoglierà nei social media network le dichiarazioni di amore verso la cultura, metafora di una nazione offesa, fragile e bella. Il microcosmo digitale è stato sempre uno scopo della prima direttrice del super museo autonomo, Eva Degl'Innocenti, e recentemente è arrivato il finanziamento (2.507.500 euro) annunciato a marzo, del progetto MarTa 3.0, presentato nel Programma Operativo Nazionale, di fondi Europei Fesr, 2014/20120, Cultura e Sviluppo. Riguarda museo digitale, fablab, approccio ludico all'archeologia, artigianato digitale sugli Ori di Taranto, app multimediali scaricabili, nella filosofia “open data”, probabilmente in rete con l'Università del Salento ed i musei civici pugliesi.

Conseguentemente, il dialogo sui social è sempre stato privilegiato, dialogando con utenti e potenziali visitatori e condividendo, continuamente, notizie di iniziative ed eventi, attraverso il profilo “Marta Gestore” e la pagina “Museo Marta” su Facebook, oltre a finestre su Twitter o Instagram. Non meraviglia, in questa ottica, la scelta di rispondere proprio via social alle notizie rilanciate su agenzie stampa, blog ed interrogazioni parlamentari nella Commissione Cultura della Camera dei Deputati, sulla carenza di personale ed il rischio, ipotizzato nell'istanza di Giuseppe Brescia, un portavoce del Movimento Cinque Stelle, di arrivare a chiudere l’ala del MarTa al secondo piano.
L’account attribuito alla direttrice ha reagito riguardo ad alcune sollecitazioni: «La Direzione del Museo Archeologico Nazionale di Taranto ha agito con trasparenza e comunicato a chi di dovere con la tempistica necessaria». Ha inequivocabilmente negato ogni rischio di chiusura ipotizzato, nonostante le 25 risorse umane ancora mancanti: 1 addetto al crowdfunding e foundraising, marketing; 1 addetto alla comunicazione e promozione; 2 funzionari amministrativi; 3 assistenti amministrativi-gestionali; 1 informatico e web-master; 6 funzionari archeologi; 1 architetto; 1 archivista; 8 unità di personale di accoglienza, fruizione e vigilanza.
Si andrebbe avanti, in conclusione, in attesa di nuovi fondi e voglia di futuro, illuminando l’ultimo tassello espositivo, punto di partenza dell’allestimento completo di venticinque sale su tutte le epoche mancanti o incomplete: preistorica, protostorica, greca, romana, tardo antica, alto medievale, bizantina; oltre alle sezioni su Museo Nazionale Archeologico e la sua storia, e quadri della Collezione Ricciardi. Sarà visitabile senza restrizioni, in via Cavour, all’angolo con corso Umberto - fermata bus di via Margherita collegata con la stazione ferroviaria - tutto l’allestimento.
Il secondo piano è diventato il principio di un percorso scientifico con diversi reperti di punta e narrazioni: la giara micenea di Scoglio del Tonno; lo Zeus di Ugento in bronzo; la Dea in Trono, riproduzione fedele dell'originale custodita all'Altes Museum di Berlino; ceramiche laconiche; coppe dei pesci; tracce della fondazione di Taras, colonia spartana, touch screen su rotte dei coloni, differenza tra Taras, figura mitologica, figlio di Poseidone, e Falanto, reale ecista spartano fondatore; il sarcofago dell'Atleta, risalente al 500/480 avanti Cristo e tre anfore panatenaiche originali su quattro, con figure di discipline sportive. Il viaggio indietro nel tempo procede al primo piano e piano terra, alla ricerca degli ori, tra le teche di: necropoli di fine IV/III secolo avanti Cristo fino alla “Città Romana”; “Economia e Produzione”; “Cultura Funeraria” con i suoi rituali; Età Tardo Antica e Bizantina.
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA