Pignatelli in mostra pensando a Picasso

Pignatelli in mostra pensando a Picasso
di Lucia DE SANTIS
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Martedì 27 Dicembre 2016, 11:33
Ercole Pignatelli, il pittore leccese residente a Milano da sessant’anni, il realizzatore della serie “Germinazioni” (la grande scultura all’ingresso di Lecce, nella sede della Regione Lombardia un dipinto “da lungometraggio”, ha sempre esibito l’ammirazione per Pablo Picasso e la relazione artistica e ideale che lo lega al grande pittore spagnolo. Bene, proprio in questi giorni la Galleria Memoli Arte Contemporanea ospita a Potenza (fino al 18 gennaio) la mostra “Pignatelli incontra Picasso”. Nell’anno della ricorrenza pittorico/ cubista del grande Pablo troviamo in esposizione pitture dedicate in gran parte a Picasso. Si tratta di opere che in anni lontani Pignatelli dipinse ispirandosi al Maestro di Malaga, integrate da opere più recenti dell’artista leccese. La mostra lucana si ricollega idealmente a  quella tenuta due anni fa da Pignatelli a Mougins, presso il Moulin de Mougins, intitolata proprio “Hommage a Mon Maitre”, omaggio al mio Maestro. In quell’occasione Pignatelli raccontò che nel 1971, quando aveva 36 anni, si era recato proprio a Mougins con l’obiettivo di incontrare il Maestro. Pablo, già molto anziano, viveva in una villa “chiusa” ai curiosi e agli ammiratori. Dopo un sogno premonitore l’artista salentino aveva avuto il desiderio di conoscere il grande pittore, ma la cosa non si rivelò affatto facile.
Dopo tre giorni e tre notti di attesa, grazie alla complicità di u giardiniere, Pignatelli riuscì a vedere Picasso e a salutarlo. L’artista salentino realizzò dunque opere, negli anni Settanta, in parte proprio ispirate a Picasso. “Ciò che in arte non si era mai pensato e fatto, con Picasso si è pensato e si è fatto - scrisse lo stesso Pignatelli nel 2013 per Quotidiano - L’incombente cometa di questo protagonista ha fissato con traumatica accensione ogni angolo recondito del “Paradiso” (periodo blu e rosa 1901-1906), tutti i meandri “dell’Inferno” (Les Demoiselles d’Avignon, 1907 - Guernica, 1937) e oltre, fino ai capolavori traslati e poi riunificati del periodo bellico, con l’agghiacciante risultato di aver inferto, nello spazio profondo delle viscere dell’arte, una ferita inguaribile che si è protratta per novantadue anni ed ha consegnato alla Storia i frutti della “passione” di un artista onnivoro senza precedenti. Così Picasso è diventato per molti il mostro dell’arte contemporanea, collocato sulla vetta dell’Olimpo degli dei, in attesa. Ma di chi? Egli è stato sempre solo, scrutando con fiuto diabolico, dalla vetta, con la sola lanterna del visionario, tutto quanto avveniva sotto di lui. Diaframma questo che gli ha sempre permesso di comportarsi come un giocoliere, equilibrista, rabdomante, acrobata senza rete di protezione per innata destrezza. Picasso ci ha raccontato con il suo genio la propria “escalation” verso la più grande attrazione che è quella dell’innamoramento di un uomo verso una donna. Il mito dell’amore e il mito della libertà che in definitiva non obbedisce a nessuno”.
Nato a Lecce nel 1935, ispirato quasi subito dai colori che vedeva dal terrazzo della casa dei nonni materni e dai ricami di nonna Maria, Ercole sentì di voler fare il pittore. Più grande, frequentò l’Istituto d’Arte “Pellegrini”. Nel 1953 tenne la sua prima personale al Circolo Cittadino di Lecce, subito dopo partì per Milano dove cominciò la sua carriera, incontrando e frequentando i grandi artisti di quegli anni
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