Philippe Daverio e i tesori di Santa Caterina

Philippe Daverio e i tesori di Santa Caterina
di Carmelo CIPRIANI
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Venerdì 21 Novembre 2014, 11:29 - Ultimo aggiornamento: 22 Novembre, 21:29

GALATINA - “Questa chiesa è un capolavoro. E vi spiego il perché”. Così titola un breve scritto di Philippe Daverio, pubblicato sul numero di settembre della nota rivista “Focus Storia”.

Nella sua breve analisi della basilica di Santa Caterina d’Alessandria a Galatina, posta a prefazione del più corposo articolo su Maria d’Enghien, firmato da Sergio Ortese (studioso leccese, autore di un monumentale volume sulla pittura tardogotica salentina, recentemente edito da Congedo), il celebre critico d’arte ha scritto: “Galatina si trova oggi a conservare il più vasto ciclo di pitture francofili esistente, dove compare l’infinito immaginario d’allora, bestie a sette teste, crocifissioni con diavolo che ruba l’anima al cattivo ladrone, segni talvolta di complessa interpretazione quanto lo sono le infinite fantasie dell’immaginario nordico”.

Una lettura sostanzialmente differente da quella proposta qualche mese fa da un altro volto noto della critica d’arte, Vittorio Sgarbi, che invece ha preferito collocare stilisticamente il ciclo galatinese nell’orbita norditaliana, contesa tra rigore giottesco ed eccentricità toscane ed emiliane.

Due divergenti spiegazioni, entrambe possibili, ma non esaustive di un monumento assai complesso, ancora oggi di dibattuta interpretazione. Nei prossimi tre giorni l’assessorato alla Cultura del Comune di Galatina, in collaborazione con la Regione Puglia, assessorato Mediterraneo, Cultura e Turismo, e il Club Unesco di Galatina, si prepara a rendere omaggio a questa complessità culturale, promuovendo una serie di eventi incentrata proprio sul cantiere quattrocentesco.

La rassegna, mediante l’esposizione e l’analisi ragionata di incunaboli e cinquecentine, si propone di riesplorare i territori di studio e d’interesse che sono maturati nel Salento – a Galatina in particolare – in virtù della confluenza di molteplici influenze (ebraiche, greco-bizantine, arabe e latine). Grazie alla collaborazione dello spin-off dell’Università del Salento “Augmented Virtual Reality for Medicine”, all’esposizione dei volumi si affiancheranno due postazioni in cui sarà possibile utilizzare un prototipo sperimentale per sfogliare i volumi pregiati, già digitalizzati, senza usare supporti fisici. La stessa applicazione consentirà la consultazione di quaderni e registri dello studioso galatinese Pietro Cavoti, digitalizzati dalla cooperativa Imago e contenenti relazioni, corrispondenze, mappature e disegni concernenti la basilica di Santa Caterina, ma anche alcune pergamene originali di età orsiniana, custodite nel Museo Cavoti, e tutti gli studi orsiniani e cateriniani sinora prodotti, disponibili nei Fondi della Biblioteca Siciliani.

Gli appuntamenti. Si parte oggi alle 18 nella Sala “Celestino Contaldo” del Palazzo della Cultura, con una tavola rotonda sulla presenza della famiglia Orsini sul territorio salentino. Alla convention parteciperanno i docenti dell’Università del Salento Giancarlo Vallone, esperto di fama internazionale di diritto medievale, Benedetto Vetere, presidente del Centro Studi Orsiniani, Loris Sturlese, presidente della Société internationale pour l’Étude de la philosophie médiévale, Antonio Cassiano, direttore emerito del Museo provinciale di Lecce, e fra’ Rocco Cagnazzo, parroco della Basilica cateriniana. Presenzieranno alle relazioni Daniela Vantaggiato, assessore alla Cultura del Comune di Galatina (in veste di moderatore), e ospite d’onore, Maria Paola Azzario, presidente della Federazione nazionale dei Centri Unesco e membro della Commissione Unesco del ministero degli Esteri.

Seguirà l’inaugurazione della mostra “Di cieli e di mondi: tra Medioevo e Rinascimento in Terra d’Otranto” (visibile fino al 6 dicembre), curata da Luca Carbone.

Il weekend orsiniano proseguirà domani, sabato 22, a partire dalle 19, nella navata principale della Basilica, con “Virtual Reality Experience” e con l’intervento dello storico dell’arte Philippe Daverio, neoeletto direttore artistico del Museo diocesano di Milano, reso celebre al grande pubblico dalla trasmissione televisiva “Passepartout”. Suggelleranno la tre giorni i festeggiamenti civili e religiosi, resi più suggestivi dai cantastorie di “Raccontami Shéhérazade”.