Marco Bocci: storia di periferia, dove la vita è più difficile

Marco Bocci: storia di periferia, dove la vita è più difficile
di Daniela PALMA
4 Minuti di Lettura
Lunedì 2 Maggio 2016, 21:37
Una dedica alle periferie. Quelle cittadine, tra casermoni tutti uguali, finestre divelte, l’odore di fritto in un’aria stantia dove è il futuro che si è imputridito. Quelle sociali, con vite segnate come le palazzine, come il destino, alla rincorsa di un riscatto impossibile. Vite ai margini, dentro e fuori, in cui il compromesso, talvolta, è un patto di sopravvivenza.

A raccontarle è una penna che non ti aspetti. “A Tor Bella Monaca non piove mai” è l’esordio letterario di Marco Bocci, l’amatissimo vicequestore Domenico Calcaterra nella serie di Canale 5 “Squadra antimafia - Palermo oggi”, impegnato in un tour di presentazioni che lo ha visto anche a Taviano sul palco del cinema Fasano (un appuntamento organizzato dalla Libreria Antica Roma di Gianni Coppola).

Spogliati i panni del commissario, Bocci ha abbracciato una nuova sfida: portare su carta quegli intrecci tra malavita, povertà economica e malaffare di cui lui, in teatro, al cinema e in televisione, è stato spesso protagonista. Come nella serie “Romanzo Criminale”, tratta dal libro di Giancarlo De Cataldo, dove ha interpretato l’irreprensibile commissario Scialoja, onesto servitore dello Stato alle prese con le indagini sulla banda della Magliana.

Nel libro, però, ogni contorno si fa più sfumato. Difficile, fuori dalla fiction, dividere i buoni dai cattivi, gli onesti dai corrotti. Soprattutto se la storia, come in questo caso, ha un accenno autobiografico, portandosene dietro consapevolezze e complessità. Nel romanzo, ambientato a Tor Bella Monaca, nella periferia romana, il protagonista è Mauro Borri, giovane di nemmeno 30 anni, figlio di due genitori in difficoltà economica, con un inquilino moroso che non paga l’affitto, l’incognita di come arrivare a fine mese e i pesanti guai con la giustizia del primogenito Romolo, condannato a 5 anni di reclusione dopo una rapina. Cattivi si nasce o si diventa? – la domanda che attraversa il libro. Perché Mauro ci prova a cambiare strada, si prepara, studia e cerca di lavorare onestamente. Il risultato è un volantinaggio di propaganda politica pagato 80 euro al mese che non consente né di vivere né di riparare quei debiti della sua famiglia che tanto lo preoccupano.

Così anche l’ex fidanzata Samantha, bella e sensuale come nessuna, lo lascia solo preferendogli un dottore facoltoso che può viziarla e coccolarla. La narrazione, dura e sfacciata, ricca di dialoghi in dialetto romano, è l’amaro specchio di un’Italia in cui in tanti, Nord o Sud che sia, potrebbero riconoscersi. Mauro è arrabbiato con lo Stato, con il lavoro che non c’è, con le istituzioni che non lo tutelano, con le forze dell’ordine che non aiutano il padre a sfrattare l’inquilino Ciro, con un’onestà che pare non portare a nulla quando la malavita promette miracoli, possibilità di ascesa, liquidità economica.

Per questo a Tor Bella Monaca “non piove mai”. Perché in un posto dimenticato da tutti, persino da Dio, non si vede fortuna che cambi le carte in tavola e inverta una rotta che pare quanto mai già scritta. Esiste ancora una possibilità di scegliere? O meglio, esiste per tutti? Bastano l’impegno e la forza di volontà quando non si hanno raccomandazioni, affiliazioni e spalle coperte? Si può evitare di scendere a compromessi? Se lo chiede l’autore, ormai lontano dall’intransigenza dei commissari Calcaterra e Scialoja, molto più vicino alle periferie, quelle più aspre e arrabbiate, e a “tutti gli sfruttati malpagati e frustrati che non smettono mai di lottare” cui è dedicato il libro.

Umbro di origine – nasce a Perugia nel 1978 - Bocci ha scelto come scenario Tor Bella Monaca dopo aver portato in quella profonda periferia del Lazio lo spettacolo “Padri”, un esperimento per far arrivare il teatro anche in provincia. Spiazzante l’esito, con i bulletti di quartiere a canzonare gli attori e urlare commenti poco edificanti. E’ in quel momento che nasce l’ispirazione di “A Tor Bella Monaca non piove mai”. Un input al quale si sono poi aggiunti i racconti privati del padre su alcuni inquilini che non pagavano l'affitto per un immobile di famiglia, gravato nel frattempo da tasse, imposte, contributi. <HS>
Questi gli spunti autobiografici del libro, con due vite, quelle di Marco Bocci e del protagonista Mauro, per il resto molto diverse tra loro. Il primo, diplomato in recitazione presso il Conservatorio Teatrale d’Arte Drammatica “La Scaletta” di Giovanni Battista Diotajuti a Roma è stato allievo di Luca Ronconi e ha recitato in diversi spettacoli di successo, tra i quali “I cavalieri che fecero l’impresa”, “Los Borgia” e “C’è chi dice no”. Tornato in teatro di recente, dopo l’uscita di scena dalla fiction “Squadra Antimafia”, veste quest’anno i panni del pittore Amedeo Modigliani in uno spettacolo sold out con Romina Mondello e Giulia Carpaneto, scritto e diretto da Angelo Longoni.

In tv sarà prossimamente anche il protagonista della serie di Canale 5 “Solo” con la regia di Michele Alhaique. Non così il secondo, Mauro Borri, che in “A Tor Bella Monaca non piove mai” in preda allo sconforto per le sue sfortune, sembrerà cedere alla tentazione di dover diventare furbo e cattivo per realizzare qualcosa. Improvvisarsi delinquenti, però, come nascere e rimanere onesti, non è cosa da poco né per chiunque. La sfida è sempre aperta.
© RIPRODUZIONE RISERVATA