Lecce, il nome di Cassiano per la pinacoteca

Antonio Cassiano, scomparso direttore del museo provinciale di Lecce
Antonio Cassiano, scomparso direttore del museo provinciale di Lecce
di Claudia PRESICCE
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Martedì 17 Maggio 2016, 20:15
La conoscenza della storia artistica di un luogo è fatta dallo studio di ciò che esiste, ma anche di quello che c’era un tempo e oggi non c’è più. Antonio Cassiano conosceva talmente bene il patrimonio dei beni culturali pugliesi da poterne spiegare tutte le stratificazioni, i cambiamenti nei secoli. Per esempio chiariva perché maestose strutture barocche sono spesso troppo a ridosso di altri edifici: “nell’urbanistica barocca, gli spazi sono luoghi da occupare per creare nuovi scenari e nuovi arrivi” diceva, e con le sue parole ridisegnava i luoghi intorno nel loro aspetto originario. A quasi un anno dalla sua scomparsa, quello che più manca dello storico dell’arte, sagace e sicuro, è proprio il riferimento solido che rappresentava, soprattutto per chi si occupa di cultura e arte, del territorio e non solo.
Per ricordare il suo impegno costante, la sua sete di conoscenza e la sua curiosità oggi, alle 19, nel Museo Provinciale “Castromediano” di Lecce, verrà intitolata a Cassiano la Pinacoteca del Museo che lui aveva diretto dal 1994 al 2012 (nell’articolo a destra, i dettagli della cerimonia). Da oggi la struttura che ospita una preziosa collezione artistica, avrà il nome di questo nostro intellettuale, scomparso a 69 anni il 30 giugno 2015.
«Antonio Cassiano è stato una personalità che ha segnato in maniera determinate gli studi artistici di Lecce e del Salento e i rapporti con altre realtà nazionali e internazionali – dice il presidente della Provincia Antonio Gabellone – la scelta di intitolargli la Pinacoteca nasce proprio dal sincero desiderio di lasciare un’ulteriore traccia del suo percorso di vita, di continuare a mantenere vivo il suo ricordo nel tempo».
E il riconoscimento tangibile traspare dalle parole di Simona Manca, consigliera provinciale con delega alla cultura: «Noi salentini abbiamo il dovere di raccogliere l’eredità intellettuale di Cassiano e farne tesoro per continuare a crescere come lui immaginava nelle sue appassionate visioni. Ecco perché abbiamo voluto legare a doppio filo il suo nome alla Pinacoteca, un luogo di grande bellezza, simbolo e testimonianza, anche per le generazioni future, di ciò che Tonino era capace di pensare e fare».
Quando si parla di un uomo come Cassiano, che con un lavoro sempre ricco di entusiasmo collezionò titoli, cattedre, incarichi e prestigiosi ruoli nella società accademica, il rischio è quello di compilare una fredda cronologia. Invece per rendere omaggio a Cassiano, bisogna ricordare soprattutto l’intellettuale “militante”, lo studioso esposto sempre “sul campo” che conosceva una ad una le “pietre” di cui parlava. Aveva le chiavi di lettura del nostro territorio e per questo aveva seguito personalmente l’allestimento di molti musei, come quello delle Tradizioni Popolari di Santa Maria di Cerrate, e come la stessa Pinacoteca, nella nuova sede dell’ex Collegio Argento. E, ancora, il Museo Civico di San Cesario di Lecce, il Museo Diocesano di Gallipoli, il Museo della Radio a Tuglie, il Museo Diocesano di Ugento, quello di Nardò. Per citarne solo alcuni. Negli ultimi mesi della sua vita preferiva essere indicato con i nuovi incarichi che ricopriva, piuttosto che come “già direttore” del Museo “Castromediano”: direttore del Museo della Civiltà bizantina di Santa Maria di Cerrate e dirigente del Servizio Attività culturali e Sistemi museali della Provincia di Lecce. Dall’agosto 2012, infatti, sedeva con orgoglio nel consiglio di amministrazione dell’Accademia di Belle Arti di Lecce e nel consiglio d’indirizzo presso la Fondazione Cassa di risparmio di Puglia.
Insomma, fu una lunga e prestigiosa carriera, quella dello studente partito dal liceo “Archita” di Taranto nei primi anni Sessanta per laurearsi all’Università di Lecce in Lettere Moderne nel 1974 con 110 e lode. Le tappe della sua formazione sono eloquenti: perfezionato in Storia dell’arte a Urbino; borsa di studio in Catalogazione dei beni culturali dalle Università di Napoli e Salerno; idoneità al perfezionamento alla Scuola Normale di Pisa; borsa di studio presso la fondazione “Roberto Longhi” a Firenze e subito l’incarico di Ispettore Storico dell’Arte presso il Museo “Castromediano” di Lecce nel 1975. <HS>
Poi l’attività di insegnante: a Matera nell’87 era al Formez a tenere lezioni in un corso di formazione alla Soprintendenza per storici dell’arte e direttori di Museo. Nell’89 diventò Direttore del neonato centro di Studi sul barocco a Lecce, con la presidenza di Marcello Fagiolo e il coordinamento di Vincenzo Cazzato, e poi dal ’94 la direzione del Museo Provinciale. Dal 1995 fu anche docente di Museologia presso la Scuola di Specializzazione in Archeologia classica e Medievale “Dinu Adamesteanu” dell’Università del Salento e, dallo stesso anno fino al 2012, tenne corsi di Storia dell’Arte Medievale in Puglia presso la facoltà di Beni culturali.
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