La conoscenza della storia artistica di un luogo è fatta dallo studio di ciò che esiste, ma anche di quello che c’era un tempo e oggi non c’è più. Antonio Cassiano conosceva talmente bene il patrimonio dei beni culturali pugliesi da poterne spiegare tutte le stratificazioni, i cambiamenti nei secoli. Per esempio chiariva perché maestose strutture barocche sono spesso troppo a ridosso di altri edifici: “nell’urbanistica barocca, gli spazi sono luoghi da occupare per creare nuovi scenari e nuovi arrivi” diceva, e con le sue parole ridisegnava i luoghi intorno nel loro aspetto originario. A quasi un anno dalla sua scomparsa, quello che più manca dello storico dell’arte, sagace e sicuro, è proprio il riferimento solido che rappresentava, soprattutto per chi si occupa di cultura e arte, del territorio e non solo.
Per ricordare il suo impegno costante, la sua sete di conoscenza e la sua curiosità oggi, alle 19, nel Museo Provinciale “Castromediano” di Lecce, verrà intitolata a Cassiano la Pinacoteca del Museo che lui aveva diretto dal 1994 al 2012 (nell’articolo a destra, i dettagli della cerimonia). Da oggi la struttura che ospita una preziosa collezione artistica, avrà il nome di questo nostro intellettuale, scomparso a 69 anni il 30 giugno 2015.
«Antonio Cassiano è stato una personalità che ha segnato in maniera determinate gli studi artistici di Lecce e del Salento e i rapporti con altre realtà nazionali e internazionali – dice il presidente della Provincia Antonio Gabellone – la scelta di intitolargli la Pinacoteca nasce proprio dal sincero desiderio di lasciare un’ulteriore traccia del suo percorso di vita, di continuare a mantenere vivo il suo ricordo nel tempo».
E il riconoscimento tangibile traspare dalle parole di Simona Manca, consigliera provinciale con delega alla cultura: «Noi salentini abbiamo il dovere di raccogliere l’eredità intellettuale di Cassiano e farne tesoro per continuare a crescere come lui immaginava nelle sue appassionate visioni. Ecco perché abbiamo voluto legare a doppio filo il suo nome alla Pinacoteca, un luogo di grande bellezza, simbolo e testimonianza, anche per le generazioni future, di ciò che Tonino era capace di pensare e fare».
Quando si parla di un uomo come Cassiano, che con un lavoro sempre ricco di entusiasmo collezionò titoli, cattedre, incarichi e prestigiosi ruoli nella società accademica, il rischio è quello di compilare una fredda cronologia. Invece per rendere omaggio a Cassiano, bisogna ricordare soprattutto l’intellettuale “militante”, lo studioso esposto sempre “sul campo” che conosceva una ad una le “pietre” di cui parlava. Aveva le chiavi di lettura del nostro territorio e per questo aveva seguito personalmente l’allestimento di molti musei, come quello delle Tradizioni Popolari di Santa Maria di Cerrate, e come la stessa Pinacoteca, nella nuova sede dell’ex Collegio Argento. E, ancora, il Museo Civico di San Cesario di Lecce, il Museo Diocesano di Gallipoli, il Museo della Radio a Tuglie, il Museo Diocesano di Ugento, quello di Nardò. Per citarne solo alcuni. Negli ultimi mesi della sua vita preferiva essere indicato con i nuovi incarichi che ricopriva, piuttosto che come “già direttore” del Museo “Castromediano”: direttore del Museo della Civiltà bizantina di Santa Maria di Cerrate e dirigente del Servizio Attività culturali e Sistemi museali della Provincia di Lecce. Dall’agosto 2012, infatti, sedeva con orgoglio nel consiglio di amministrazione dell’Accademia di Belle Arti di Lecce e nel consiglio d’indirizzo presso la Fondazione Cassa di risparmio di Puglia.
Insomma, fu una lunga e prestigiosa carriera, quella dello studente partito dal liceo “Archita” di Taranto nei primi anni Sessanta per laurearsi all’Università di Lecce in Lettere Moderne nel 1974 con 110 e lode. Le tappe della sua formazione sono eloquenti: perfezionato in Storia dell’arte a Urbino; borsa di studio in Catalogazione dei beni culturali dalle Università di Napoli e Salerno; idoneità al perfezionamento alla Scuola Normale di Pisa; borsa di studio presso la fondazione “Roberto Longhi” a Firenze e subito l’incarico di Ispettore Storico dell’Arte presso il Museo “Castromediano” di Lecce nel 1975. <HS>
Poi l’attività di insegnante: a Matera nell’87 era al Formez a tenere lezioni in un corso di formazione alla Soprintendenza per storici dell’arte e direttori di Museo. Nell’89 diventò Direttore del neonato centro di Studi sul barocco a Lecce, con la presidenza di Marcello Fagiolo e il coordinamento di Vincenzo Cazzato, e poi dal ’94 la direzione del Museo Provinciale. Dal 1995 fu anche docente di Museologia presso la Scuola di Specializzazione in Archeologia classica e Medievale “Dinu Adamesteanu” dell’Università del Salento e, dallo stesso anno fino al 2012, tenne corsi di Storia dell’Arte Medievale in Puglia presso la facoltà di Beni culturali.
Lecce, il nome di Cassiano per la pinacoteca
di Claudia PRESICCE
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Martedì 17 Maggio 2016, 20:15
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