Unica tangente o un sistema? E' caccia tra telefonini e pc

Consales lascia la Procura accompagnato dall'avvocato Manfreda
Consales lascia la Procura accompagnato dall'avvocato Manfreda
di Roberta GRASSI
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Sabato 13 Febbraio 2016, 07:39 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 16:01
Computer, telefoni, tablet. E migliaia di carte. È lì che gli inquirenti cercano ulteriori riscontri ai fatti già contestati ma soprattutto a quelli che sono emersi più di recente, negli ultimi mesi del 2015.
L’inchiesta non è conclusa. I pm Giuseppe De Nozza e Savina Toscani proprio dalla mole di documenti, dai file e dai contenuti degli smartphone, intendono verificare se il presunto “metodo Consales” sia stato esteso in questi anni anche ad altre questioni. Partendo dal racconto dell’ex segretario particolare del sindaco, Cosimo Saracino, che nei due interrogatori sostenuti ha raccontato di aver messo a disposizione una abitazione di Mesagne all’ex sindaco Mimmo Consales, che si trova agli arresti domiciliari da una settimana, per gli incontri con Screti ma anche con altri imprenditori.

“Veniva anche presso gli uffici del sindaco, e in più di qualche occasione il sindaco mi ha chiesto, diciamo, la disponibilità perché viveva a Mesagne, di avere un posto dove poter incontrare Screti, come anche ha incontrato altri imprenditori, oltre ad altre persone, io gli ho messo a disposizione un locale che ho in piazza”. Gli incontri avvenivano di solito alle 8.30 del mattino. Prima della lunga giornata trascorsa con impegni istituzionali.

La verità su come sia stata amministrata la cosa pubblica a Brindisi dal 2012 in poi, sull’eventualità che ci siano altri passaggi di danaro su cui avvicinare la lente, sarà cercata nei dispositivi informatici delle cui memorie è stato dato incarico ieri a un consulente, Maurizio Ingrosso, di fare copia.
E che saranno raffrontati con le informazioni ottenute dai magistrati martedì scorso, quando Luca Screti, l’imprenditore che avrebbe pagato la tangente all’ex sindaco, ha chiesto di essere interrogato dai pm e ha reso una confessione “allargata” ad altri fatti.

Al fianco del suo avvocato, Vincenzo Farina. Ha ammesso gli addebiti, ha risposto a tutte le domande dei magistrati che hanno potuto spaziare andando anche oltre le contestazioni mosse. E ha ottenuto, con parere favorevole dei pm, gli arresti domiciliari.
Nel novero delle circostanze appurate di recente ce ne sono un paio che hanno convinto la Procura ad aggiornare a gennaio la richiesta di misura cautelare già formulata a novembre.
I 50mila euro del Comune serviti a pagare i lavoratori Nubile, nonostante l’ente fosse “in credito” con la società nell’ambito della procedura di rescissione contrattuale avviata dagli apparati tecnici in seguito alla gestione ritenuta “inadempiente” rispetto al contratto dell’impianto di Cdr e di Css della via per Pandi, già segnalato alla Procura. E poi il milione di euro chiesto dall’azienda per i viaggi effettuati per smaltire il percolato prodotto dai rifiuti.

Sarebbero gli ultimi favori fatti alla ditta Nubile, che avrebbero reso attuali le esigenze cautelari tanto per il sindaco Mimmo Consales (difeso dall’avvocato Massimo Manfreda) quanto per l’imprenditore della ditta che ha avuto in affidamento l’impianto di biostabilizzazione dalla cui “malagestione” sarebbe transitata la presunta “tangente” da 30mila euro per un pagamento di un debito privato con Equitalia dell’ormai ex primo cittadino.
Denaro condotto a Brindisi dal capo ufficio amministrazione, il commercialista leccese Massimo Vergara. Tra le posizioni “extra” al vaglio dell’autorità giudiziaria ci sono quelle dell’ex assessore all’Ambiente Antonio Monetti e del capo dell’Ufficio tecnico Fabio Lacino.

A fornire elementi utili è stato un funzionario dell’ufficio Ambiente, Gianluca Cuomo.
Nel racconto delle vicende più recenti - i problemi che si sono verificati dopo il sequestro di Autigno, le questioni relative alla rescissione del contratto per l’impianto Cdr, i pagamenti a Nubile e le rivendicazioni dell’azienda per il versamento degli stipendi agli operai - viene fatto esplicito riferimento proprio a Monetti.
Nel delineare la posizione di Screti, poi, il gip scrive che “la sua capacità di agire e condizionare l’apparato politico del Comune di Brindisi va ben oltre la persona del Consales, essendo state acquisite evidenze d’indagine che dimostrano che non solo il Consales ma anche l’assessore all’Ambiente Monetti è allineato sugli interessi e alla volontà dello Screti, essendosi speso sia informalmente che in contesti ufficiali in favore dello Screti e della Nubile”. La stessa capacità di condizionamento viene attribuita a Fabio Lacinio, il dirigente dell’Ufficio tecnico comunale che si sarebbe anch’egli speso nei confronti di Screti e dei suoi interessi economici.
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