Ticket mensa non versati
Imprenditrice indagata

Ticket mensa non versati Imprenditrice indagata
di Alfonso SPAGNULO
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Mercoledì 18 Gennaio 2017, 06:25 - Ultimo aggiornamento: 20:36
Una 22enne esercente di Fasano risulta indagata in relazione al mancato versamento di quasi 50mila euro nelle casse comunali dopo che la stessa giovane aveva incassato la somma a titolo di ticket della mensa scolastica. La storia era venuta fuori tra settembre e ottobre dello scorso anno.
Nei giorni scorsi alla ragazza è stato notificato, dalla Guardia di Finanza, l’avviso di conclusione delle indagini e un avviso di garanzia sottoscritto dal sostituto procuratore di Brindisi Antonio Costantini. A rendersi conto che qualcosa non quadrava proprio gli uffici comunali di competenza. Infatti da Palazzo di Città erano partite segnalazioni, nel settembre scorso, verso i cittadini morosi e si invitavano gli stessi a regolarizzare la posizione. Ma molti di questi, già inseriti nella lista nera, hanno mostrato, ricevute alla mano, di aver pagato regolarmente i ticket per i propri figli. Ma dei soldi versati, nelle casse comunali, non era arrivato un euro. Era quindi partita una verifica più accurata e ci si è resi conto che il “buco”, quantificato in 47.663,80 euro, rinveniva tutto da una esercente che aveva sì incassato il denaro dai genitori dei bambini non riversando successivamente il denaro nelle casse comunali che poi si è trovato ad affrontare il buco in bilancio. A quel punto da Palazzo di Città è partito l’invito bonario all’esercente di saldare il conto ma i tentativi sono andati a vuoto tanto che il Comune di Fasano presentò un articolato esposto alla Procura della Repubblica di Brindisi e alla Procura regionale della Corte dei Conti.
La stessa Procura avviò le indagini che ora si sono concluse con l’iscrizione nel registro degli indagati, per peculato, della 22enne in quanto “con più azioni ed omissioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, quale affidataria del servizio di riscossione in favore del comune di Fasano delle tariffe relative ai pagamenti dei pasti del servizio di mensa scolastica della scuola dell’infanzia e primaria del medesimo comune, quindi incaricata di un pubblico servizio, omettendo di versare gli incassi delle tariffe relative all’anno scolastico 2015-2016, si appropriava della somma complessiva di 47.663,80 euro”. Naturalmente, come la legge impone, l’indagata ha ora venti giorni per presentare eventuale documentazione o memorie che la scagionino. Può anche chiedere di essere interrogata direttamente dal giudice che ha coordinato le indagini. Intanto il Comune di Fasano sta alla finestra aspettando l’esito della questione. L’ente comunale ha rilevato come fossero 456 i versamenti mancanti e solo dopo che molti pagamenti di questi risultavano regolarmente effettuate si è intuito che qualcosa non quadrasse. Lo scorso anno, così come anche quello attuale, il Comune guidato da Francesco Zaccaria ha scelto alcuni esercenti a cui ha affidato i pos con cui le famiglie possono pagare i ticket della mensa scolastica dei propri figli senza lunghe code alla posta. Ed è proprio tramite pos che l’esercente indagata incassava i soldi ma per mesi non ha riversato un centesimo nelle casse comunali.
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