Fanghi Ilva stoccati ad Ostuni? E' allarme. Esposto ai carabinieri del Noe

Fanghi Ilva stoccati ad Ostuni? E' allarme. Esposto ai carabinieri del Noe
3 Minuti di Lettura
Giovedì 23 Marzo 2017, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 13:44
Fanghi dell’Ilva stoccati e smaltiti anche ad Ostuni: emergerebbe questo da un rapporto di Peacelink, associazione e rete telematica ecopacifista che segue da vicino le vicende del più grande siderurgico d’Europa. Dall’amministrazione comunale, però, contestano il reportage ed annunciano richiesta di chiarimenti, anche rivolgendosi all’autorità giudiziaria. «Ieri insieme al sindaco ed al dirigente comunale Federico Ciraci abbiamo presentato un esposto ai carabinieri del Noe (Nucleo operativo ecologico) - dichiara l’assessore all’ambiente del comune di Ostuni Gaetano Nacci - per chiedere conto di quelle informazioni pubblicate da Peacelink, anche in relazione al procedimento penale che parrebbe essere incardinato nel tribunale di Brindisi». Istanza che contiene una forma di tutela sotto diversi punti di vista per l’amministrazione. «All’esito del riscontro ci riserviamo di tutelare l’immagine del nostro comune in tutte le maniere. Da un approfondimento svolto nel nostro ufficio ambiente confermiamo che nel territorio di Ostuni non è presente – sottolinea Nacci- nessuna discarica che possa accogliere quella tipologia di rifiuti». Secondo l’inchiesta di Peacelink si tratterebbe, comunque, di una procedura di stoccaggio e smaltimento a norma di legge, e nel caso specifico della Città bianca, di fanghi prodotti dal trattamento biologico delle acque di impianti delle cokerie. Rifiuti provenienti dal siderurgico che avrebbero avuto come destinazione finale, oltre Ostuni, tra gli altri anche a Modugno, Crotone, Siracusa e Nocera Inferiore.
 
Il rappresentante della giunta Coppola avanza possibili ipotesi del collegamento tra la Città bianca ed i rifiuti dell’Ilva. «O qualche azienda con sede legale nel comune di Ostuni ha eseguito la mera attività di trasporto, oppure ci possono essere imprese operanti nel territorio che devono aver svolto attività di trattamento di quei rifiuti per poi condurli all’impianto di destinazione finale». Dall’amministrazione comunale annunciano che andranno fino in fondo alla questione per far emergere tutti gli aspetti reali della vicenda. «Il rapporto è scritta in maniera sibillina e lascia intendere che quei rifiuti giacciano sul territorio comunale di Ostuni. Intendiamo venire a capo del contenuto della relazione ufficiale dell’Ilva e del ministero dell’ambiente per comprendere che cosa riguarda Ostuni con questa attività. E’ nostra ferma intenzione- spiega Nacci - tutelare l’immagine di una città che si è contraddistinta per una serie di attestati, Bandiera Blu, Spighe Verdi, premio per raccolta differenziata Anci, che quindi nulla hanno a che fare con il trattamento di quella tipologia di rifiuti». L’assessore all’ambiente anticipa quale sarà l’atteggiamento dell’amministrazione comunale. «Noi ci baseremo solo sui dati ufficiali che sono Aia e relazioni emessa dal Ministero dell’Ambiente e relazioni dell’Ilva. Vogliamo chiarezza perché siamo preoccupati che un’attività del genere possa essere avvenuta nel nostro territorio. Se non dovesse essere stata svolta chiunque abbia diffuso immagini denigratorie della città sarà querelato, ove mai fosse accertato questo. Ostuni - conclude Nacci - associa la sua immagine al turismo, alle bellezze della sua città riconosciute con i premi, non ad una discarica dei rifiuti dell’Ilva».
© RIPRODUZIONE RISERVATA