Aeroporti, è scontro sull’Arlotta: Brindisi contro Taranto. Vertice alla Regione

Aeroporti, è scontro sull’Arlotta: Brindisi contro Taranto. Vertice alla Regione
3 Minuti di Lettura
Domenica 23 Ottobre 2016, 08:51 - Ultimo aggiornamento: 14:40

La più classica delle guerre di campanile. A questo siamo per l’aeroporto Arlotta, da aprire ai voli civili secondo associazioni e istituzioni tarantine; da lasciare esclusivamente ai droni e all’utilizzo commerciale secondo i brindisini, politici ma non solo visto che l’ultima a scendere in campo è stata Confindustria attraverso il suo direttore Angelo Guarini.
Una vicenda vecchia ormai di almeno un ventennio ma rinfocolata in settimana dalla mozione presentata da un gruppo di consiglieri regionali (Liviano, Mazzarano, Morgante, Pentassuglia, Turco, Vizzino e Zinni) con la quale si chiede al Governatore Emiliano di dare un senso alle sue precedenti affermazioni. Quali? In pratica, Emiliano ritiene che l’Arlotta non debba essere solo un aeroporto industriale, ma deve essere abilitato a svolgere tutte le funzioni per cui è stato creato. Per queste ragioni Adp deve fare in modo di utilizzare i quattro aeroporti in condizioni di parità.
 
Frasi ovviamente interpretate come un’apertura alle istanze tarantine per il ritorno ai voli civili di linea dallo scalo jonico. Apriti cielo. Al netto di una polemica tutta brindisina (tra i firmatari della mozione c’è anche un mesagnese, Mauro Vizzino, subito tacciato di alto tradimento), non si fa fatica a intuire quali siano le preoccupazioni che arrivano dalla sponda adriatica. Il rischio, sicuramente non campato in aria, è che un qualsivoglia vettore che aprisse delle linee da e per l’Arlotta finirebbe per togliere mercato allo scalo brindisino, come del resto a quello barese.

Di qui una serie di interventi che mirano a contrastare questa eventualità, ammesso che la stessa fosse sorretta da un minimo di fondamento concreto. Perché anche questo va detto: sebbene se ne parli da anni, finora non c’è stato alcun interesse serio e concreto da parte di una qualunque compagnia aerea a investire sull’aeroporto tarantino (che poi è anche grottagliese e monteiasino). Chiacchiere tante, proclami altrettanti, ma al dunque non si è mai materializzato il cavaliere bianco pronto a far decollare e atterrare i tarantini nel loro territorio. Ciò nonostante, i movimenti che si sono creati negli anni a Taranto, alcuni peraltro arrivati anche a scontrarsi tra loro, non demordono e anzi traggono nuova carica da questa mozione presentata alla Regione Puglia sulla quale ora il presidente Emiliano e la sua maggioranza sono chiamati a pronunciarsi, magari già mercoledì prossimo quando si riunirà la II Commissione della Regione Puglia (Affari Generali e Personale) per avere delucidazioni circa le presunte trattative di privatizzazione della Società Aeroporti di Puglia. 

Il presidente della Commissione è il tarantino Cosimo Borraccino il quale anticipa che nella circostanza sarà ascoltato «l'amministratore unico di Aeroporti di Puglia, Giuseppe Acierno, e il direttore generale, Marco Franchini, di Aeroporti di Puglia. L’occasione sarà utile per capire l’assetto della società e dei quattro aeroporti pugliesi (Taranto-Grottaglie, Bari, Brindisi e Foggia). Ritengo doveroso da parte mia affrontare la vicenda in II Commissione, dopo che non mi è giunta nessuna risposta da parte del Presidente Emilano in merito alla mia interrogazione a riguardo». 
Mercoledì, quindi, si tratterà del futuro assetto della società rispetto ad «una discussione che non è mai passata in Consiglio regionale, e che riguarda la possibile fusione tra la società di gestione degli aeroporti pugliesi Aeroporti di Puglia spa e la società di gestione dell’aeroporto di Napoli Gesac. Apprendiamo infatti di ingresso di denaro da parte di altre società in un’azienda che ha i conti a posto e ha sempre vantato numeri importanti del traffico passeggeri sul nostro territorio».

Resta da vedere quale peso e quale importanza potrà avere nella riunione l’ennesimo capitolo della guerra di campanile che ha per oggetto la vocazione tradita dell’Arlotta.

© RIPRODUZIONE RISERVATA