Tap, la rivolta di Brindisi
«Emiliano, così non va: ci manchi di rispetto»

Tap, la rivolta di Brindisi «Emiliano, così non va: ci manchi di rispetto»
di Massimiliano IAIA
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Sabato 20 Febbraio 2016, 07:30 - Ultimo aggiornamento: 14:20

Il territorio di Brindisi respinge con fermezza ogni ipotesi di decreto ad hoc per spostare l’approdo di Tap. Oltre alla contrarietà sul cambio di rotta rispetto al progetto iniziale, anche i rappresentanti politici pongono l’accento sul problema del mancato coinvolgimento del territorio, con un provvedimento che rischia di non tener conto della posizione dei brindisini.
Tra i più critici sulle dichiarazioni del governatore, c’è il deputato dei “Conservatori e Riformisti” Nicola Ciracì: «Emiliano sta usando un’arroganza incredibile, lui non può pensare di fare il bello e il cattivo tempo su Tap solo perché sente di essere diventato improvvisamente il padre di questa città».


Quanto alla riconversione del carbone in gas - altro elemento utilizzato da Emiliano per convincere il territorio a spostare il gasdotto a Brindisi, Ciracì si domanda: «L’idea in sè è già piuttosto bislacca, perché siamo fuori tempo massimo, ma Emiliano ha parlato con Enel? C’è qualcuno che ha assunto impegni su questo argomento? C’è un elemento tecnico diverso rispetto al passato? Emiliano deve dirlo». Da qui, la conclusione: «Il timore è che Emiliano stia utilizzando questo argomento per dimostrare di riuscire a scavalcare Matteo Renzi. Ma tutte queste lotte interne al Pd stanno facendo pagare un prezzo altissimo a Brindisi, diventata ormai la cavia del Pd».
Sul fronte Pd, anche il senatore Salvatore Tomaselli ritiene improbabile la soluzione suggerita da Emiliano: «Siamo ormai in presenza di un procedimento concluso, non si può ribaltare tutto all’improvviso, non si possono cambiare le regole in base a convenienze che nemmeno comprendo. In presenza di un nuovo progetto, si dovrebbe prevedere lo stesso iter che era stato seguito per Melendugno. Quindi bisognerebbe rifare tutto daccapo. Sicuramente diremmo di no a improponibili scorciatoie istituzionali. Il governo non intenderà mai utilizzare strumenti diversi dalle normative comunitarie, e quindi anche per l’approdo a Brindisi - che, sia chiaro, non è assolutamente contemplato dall’esecutivo - si dovrebbe seguire la stessa trafila». Il senatore conclude: «In ogni caso, stiamo parlando di un problema superato: l’azienda ha infatti chiesto le autorizzazioni per un progetto a San Foca, il governo ritiene l’opera strategica, non vedo come e perché si possa pensare di cambiare tutto in corsa».
Il presidente della Provincia di Brindisi, Maurizio Bruno, sottolinea soprattutto come sia «importante non escludere il territorio dalla scelta. Sullo spostamento dell’approdo va tenuto conto della valutazione dei cittadini, una soluzione come quella di un decreto sarebbe vista in maniera sicuramente negativa».
Bocciatura totale dal leader di “Brindisi bene comune” Riccardo Rossi: «Ci siamo sempre definiti contrari al progetto Tap, e riteniamo che Emiliano abbia il dovere non solo di contrastare l’idea del gasdotto a Brindisi, ma in tutto il Salento, perché stiamo parlando di un’opera inutile». «La riconversione del carbone? Giusto porsi il problema, ma sbagliato legarlo a Tap. Sono due argomenti che viaggiano su strade diverse, e metterle in relazione è solo strumentale. Se la città e l’intero Consiglio comunale - conclude Rossi - si sono espressi con un no, insistere è quantomeno oltraggioso».
Per il presidente di Confindustria Brindisi Giuseppe Marinò «alimentare il fuoco delle polemiche non serve.

Discutere oggi dell’approdo a Brindisi è semplicemente tardivo, siamo abbondantemente fuori tempo massimo».

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