Sequestrati 35 chili di funghi tossici
Intossicati in 10 e il rischio resta alto

Sequestrati 35 chili di funghi tossici Intossicati in 10 e il rischio resta alto
di Giorgio GARGASOLE
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Mercoledì 28 Settembre 2016, 08:07 - Ultimo aggiornamento: 14:28
L'autunno è appena cominciato e sono iniziati anche i problemi con i funghi raccolti nei boschi del circondario brindisino. Si tratta di problemi seri se si considera che in meno di una settimana la Guardia di finanza di Fasano e quella di Brindisi ad Oria hanno sequestrato decine di chili di funghi velenosi pronti per essere venduti agli angoli dei marciapiedi ad ignari consumatori che hanno rischiato anche di avvelenarsi e di finire in gravi condizioni in ospedale o, perfino, di perdere la vita. A Laureto, ad esempio, nel fasanese, la finanza ha individuato e denunciato un raccoglitore lucano che dopo aver riempito alcuni cesti di funghi nel corso della mattinata di mercoledì scorso, nel pomeriggio aveva organizzato un banchetto per la vendita di quanto trovato nei boschi. Per lui, oltre al sequestro di quanto aveva in vendita, è scattata anche la denuncia per abusivismo commerciale. Il lucano, infatti, non solo era privo di autorizzazione amministrativa per la vendita ambulante ma non aveva neppure i documenti in regola che dimostrassero che lo stesso fosse un intenditore di funghi oltre al fatto che dove vendeva le cassette non aveva esposto la tabella micologica obbligatoria per chi effettua questo tipo di commercio. Un secondo sequestro, stavolta di ben 35 chili di funghi e tra questi molti, al controllo dei micologi dell'Asl, sono risultati velenosi. Se fossero finiti in un piatto qualcuno avrebbe potuto rimetterci perfino la vita. In questo caso non è stato possibile denunciare il venditore abusivo individuato tra le strade di Oria.
 

L'uomo, alla vista della pattuglia della Guardia di finanza, è fuggito via facendo perdere le tracce abbandonando pure la merce per strada. I controlli che vedono all'opera la Guardia di finanza ed i micologi dell'Asl funzionano ma, non sempre si riescono ad evitare situazioni a rischio ed avvelenamenti legati al consumo di funghi da parte di chi non è in grado di riconoscerne i vari esemplari e la loro eventuale velenosità. Mercoledì scorso, ad esempio, all'ospedale di Francavilla si è presentata, in quanto colta da malore, una signora. I medici le hanno diagnosticato un avvelenamento da funghi. La donna li aveva mangiati a pranzo dopo aver cucinato i funghi raccolti dal suocero.
Fortunatamente, a sentirsi male è stata solo la donna anche se altri componenti della famiglia avevano consumato questo alimento. Probabilmente, nel piatto della signora era capitato qualche fungo velenoso cosa non avvenuta per gli altri commensali. Altri due casi di avvelenamento sono stati registrati presso l'ospedale di Ostuni dove si sono presentati una donna di 33 anni con i genitori. Questi ultimi hanno rifiutato qualsiasi trattamento visto che il loro malore non era grave mentre, qualche timore, lo si è avuto per la figlia che è rimasta in osservazione per dei trattamenti sanitari. Anche lei, fortunatamente, si è ripresa in pochi giorni. Ma è stata la giornata di domenica scorsa che i casi di avvelenamento da funghi sono stati più numerosi: ben cinque persone, tutti componenti della stessa famiglia, si sono presentati al pronto soccorso dell'ospedale Perrino a Brindisi ed altri tre, invece, hanno richiesto le cure mediche per avvelenamento presso l'ospedale di Fasano. Per fortuna, nessuno dei ricoverati versa in gravi condizioni. Tutti i funghi sequestrati sono stati distrutti in un compattatore della società Ecologica Pugliese. Anche quelli non velenosi perché non è stato possibile verificarne la provenienza e, per questo, i micologi dell'Asl intervenuti nei vari controlli hanno fatto applicare la legge. A Brindisi, l'ufficio deputato a questi controlli, è coordinato dal dottor Liborio Rainò e dai micologi Gianpiero Amadori, Antonio Tursi e Pancrazio Sanasi.
 
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