Rifiuti: la verità di Formica: «Il Comune ci deve 2 milioni e adesso li vogliamo tutti»

Rifiuti: la verità di Formica: «Il Comune ci deve 2 milioni e adesso li vogliamo tutti»
di Roberta GRASSI
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Venerdì 10 Marzo 2017, 06:35 - Ultimo aggiornamento: 13:03
«Ora basta. Oggi li voglio tutti». Il “soccorso” fornito a Brindisi in periodi di estrema emergenza, per quel che riguarda il conferimento della frazione indifferenziata dei rifiuti negli impianti di smaltimento, ha un costo. Un costo “arretrato” secondo il patron di Formica Ambiente, l’impianto che riceve rifiuti speciali e che dal marzo 2015 fino agli inizi del 2016 ha in più riprese accolto anche la spazzatura “ordinaria” di tutti i comuni della provincia di Brindisi all’epoca riuniti in un unico Oga.
A chiarire la propria posizione di creditore nei confronti del Comune di Brindisi è stato ieri il patron di Formica, Vincenzo Fiorillo, in una conferenza stampa convocata all’hotel Internazionale. Sono “due milioni di euro”, inclusi interessi e spese legali, che rivendica Formica. Due milioni di euro per cui sono stati già emessi decreti ingiuntivi, provvisoriamente esecutivi, dal Tribunale di Brindisi: «Passeremo all’incasso, nei termini che ci sono concessi. Facendo anche pignoramenti, se necessario», ha spiegato Fiorillo.
La questione è di quelle “roventi”. Ha avuto un suo valore politico. È stata la ragione, asserita, di una porta sbattuta con tentativi di conciliazione che poi non sono andati a buon fine. Michele Errico, il notaio che sin dall’insediamento dell’amministrazione retta da Angela Carluccio, ha ricoperto il ruolo di garante di trasparenza e legalità, ha fatto riferimento alla questione “Formica” prima dell’addio. «Cosa c’entra Formica?» ha ribattuto ieri Fiorillo, ricostruendo tutti i passaggi della vicenda. Senza alcun cenno specifico alle varie bufere giudiziarie soffiate sull’ente municipale brindisino che hanno determinato di volta in volta stati emergenziali, per il conferimento dei rifiuti solidi urbani, risolti con provvedimenti d’urgenza.
Il primo momento critico risale al marzo del 2015. La discarica di Autigno viene prima chiusa, poi a maggio sequestrata per contestazioni di natura ambientale. A marzo l’Organo di gestione ambito stabilisce che i rifiuti devono essere condotti presso l’impianto di Formica ambiente, dopo che la regione, in via straordinaria, lo ha autorizzato ad accogliere anche gli “rsu”. Il gestore di Autigno è la dita Nubile, che sarà poi coinvolta anche nell’inchiesta che ha portato all’arresto dell’ex sindaco Mimmo Consales. Nubile ha in affidamento anche l’impianto di biostabilizzazione di via per Pandi. Lì i rifiuti devono passare per un trattamento preliminare prima di finire in discarica. La discarica non c’è. E allora si individua una soluzione di emergenza: Formica. E’ Nubile a dover pagare il conferimento. “Ma io di Nubile non mi fido”, racconta Fiorillo. E allora si procede a una cessione di parte del credito che la società vanta nei confronti del Comune di Brindisi che diventa quindi debitore di Formica. Si scopre in seguito che in realtà la Nubile ha una esposizione milionaria nei confronti di altri soggetti, tra cui Equitalia.
 
Nel frattempo insorgono anche problemi relativi al patto di stabilità. Vengono liquidate a Formica due fatture: il resto, per 991mila euro (secondo i conti della società) non viene pagato. La seconda fase inizia a dicembre. Quando anche l’impianto di biostabilizzazione e produzione Cdr viene preso in carico dall’Amiu Puglia, sulla base di un’ordinanza del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano che butta fuori Nubile e gli ordina di svuotare l’impianto. Nello stesso provvedimento è previsto che i rifiuti, senza passare dalla biostabilizzazione, vengano conferiti in quel di Formica, dove viene installato un trituratore: «Noi non li volevamo, non è conveniente per una discarica che tratta rifiuti speciali, occuparsi dei solidi urbani. Tuttavia abbiamo garantito una tariffa ottima, 70 euro a tonnellata. Assicurando, vista la situazione, un risparmio alla pubblica amministrazione» riferisce Fiorillo. L’avventura è cessata. Si è ripiegato poi su soluzioni alternative: le strutture di Cavallino, Poggiardo e Statte. Per un certo periodo l’indifferenziato è stato conferito in Emilia Romagna. Il servizio è stato fornito da Formica Ambiente che ora batte cassa per due milioni di euro circa: «Abbiamo proposto una transazione al Comune, ci siamo detti disposti a rinunciare a 300mila euro. Ora non lo siamo più. Non faremo nessuno sconto, ci sono gli atti ingiuntivi e andremo avanti».
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