Ospedali, carte scoperte. Ma Roma
è già pronta alle prime correzioni

Ospedali, carte scoperte. Ma Roma è già pronta alle prime correzioni
di Francesco GIOFFREDI
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Sabato 27 Febbraio 2016, 08:56 - Ultimo aggiornamento: 14:00

Carte scoperte, o quasi. Il piano di riordino ospedaliero regionale è all’ultimo giro di giostra e ai colpi di lima. Questa mattina il governatore Michele Emiliano e il direttore del Dipartimento Promozione della salute Giovanni Gorgoni affronteranno un altro round, poco prima del gong di lunedì: a partire dalle 10 nuova presentazione del dossier, al policlinico di Bari. In platea sindaci, parti sociali e consiglieri regionali. Molti però diserteranno. Il motivo? Con ogni probabilità Emiliano e Gorgoni squaderneranno le slide già illustrate nelle precedenti puntate, senza cioè entrare nel dettaglio su classificazione degli ospedali e tagli dei reparti.

«In queste ore - spiegano dalla Regione - stiamo valutando le molte proposte e sollecitazioni giunte dai territori, soprattutto per quel che riguarda la distribuzione della rete di emergenza-urgenza, i bacini di utenza e i relativi tempi di percorrenza stradale». Qualcosa potrebbe cambiare a Taranto, dove i confini di riconversioni e ridimensionamenti sono più fluidi. Quadro decisamente più bloccato e quasi blindato su Brindisi e Lecce invece. Al netto, ovunque, del parametro cardinale rintracciato da Bari: in tutta la Puglia nove strutture saranno declassate o chiuse, e all’interno di quel saldo bisognerà eventualmente giostrare.
E però il gran valzer di incontri, scontri e confronti potrebbe essere vanificato dalla matita rossa&blu del ministero della Salute: lunedì la giunta licenzierà il piano di riordino, dopodiché sarà subito spedito a Roma. Entro un mese il verdetto, e potrebbe essere da (altre) lacrime-e-sangue: «C’è il rischio - confermano dalla Regione - che considerino troppo blanda la nostra versione e che possano chiedere correzioni peggiorative».

Ad ogni modo, Emiliano ha già garantito nei giorni scorsi ai sindacati che il piano avrebbe assorbito alcune dei correttivi proposti: co-gestione pubblico-privato (per i servizi che il pubblico non è in grado di gestire); numero invariato dei posti letto; spending review. Sul binario parallelo corre invece il pressing asfissiante di territori (in alcuni casi spalleggiati dai consiglieri regionali di riferimento). Nel Salento il braccio di ferro è per Galatina, Copertino, Casarano e Scorrano, che si contendono i gradi di “primo livello” (solo due potranno passare all’incasso: è il passaggio intermedio tra “di base” e “secondo livello”, cioè la struttura di riferimento provinciale); a Taranto la bagarre è tra Castellaneta, Manduria e Martina Franca, e in terra jonica è soltanto uno l’ospedale di primo livello, gli altri tre dovranno accontentarsi del rango “di base”. Discorso a sé per Grottaglie, retrocesso a presidio d’assistenza territoriale (pta): una delegazione tarantina, l’altroieri in Regione, ha calato il jolly per tutelare il San Marco come ospedale “di base rafforzato”. In sostanza: alcuni reparti preservati, rinunciando però ad altro (a cominciare dal punto nascita). Cammino in salita, strettoia dei tempi impervia, e scetticismo in Regione.

Al collo di bottiglia odierno però Emiliano e Gorgoni potrebbero non avere grandi novità. E la politica insorge, soprattutto le opposizioni consiliari. «Prima di annunciare leggi spot sulla partecipazione - accusa Andrea Caroppo, presidente del gruppo Forza Italia - Emiliano dovrebbe imparare il metodo del rispetto istituzionale e della concertazione. Convocare un incontro a soli due giorni dalla scadenza del termine è offensivo. Ci vuole faccia tosta a convocare i sindaci dicendo loro di volerli ascoltare, “a cose fatte”. Per questo non parteciperemo». Dello stesso tenore le dichiarazioni corali dei consiglieri fittiani: «Dopo il “non ci saremo” delle 14 sigle sindacali, anche i sindaci salentini hanno respinto l’invito di Emiliano. E non ci saremo neppure noi: il piano non può tradursi in una trasposizione di standard e parametri che il governo ordina. Se fosse questo basterebbe un semplice ragioniere. Avremmo voluto confrontarci e anche scontrarci, ma non è possibile perché il piano è praticamente fatto».

I consiglieri regionali M5S hanno presentato una interrogazione a Emiliano per «ottenere risposte ufficiali sul piano di riordino ospedaliero»: «Un piano non condiviso con il Consiglio regionale né con i cittadini, ma una scelta autoreferenziale.

Una scelta così importante da cui sono stati tutti esclusi. Considerato altresì che avevamo richiesto più volte ufficialmente la presenza di Emiliano in commissione affinché ci illustrasse la bozza di piano di riordino, inviti ai quali Emiliano è sempre sfuggito, non ci è rimasto altro modo se non quello di procedere per vie ufficiali. Vogliamo che ci fornisca tutti i dati epidemiologici in base ai quali è stato concepito questo piano. Nell’interrogazione chiediamo anche la spesa globale sanitaria regionale e la sua suddivisione».

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