Giovane mamma rischia di morire: il padre le dona un rene

Giovane mamma rischia di morire: il padre le dona un rene
di Maria GIOIA
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Sabato 7 Ottobre 2023, 20:15 - Ultimo aggiornamento: 21:36

È una storia che parla del grande amore di un padre per sua figlia quella che ha raccontato in questi giorni il policlinico Sant’Orsola di Bologna sui suoi canali social. La storia di Raffaele Urgesi, 56enne titolare di un’impresa edile di Ceglie, che ha donato un rene a sua figlia Arianna, 28enne ristoratrice, responsabile di sala dell’osteria di famiglia “L’antico Arco” nel cuore del centro storico della cittadina messapica. La donazione è avvenuta la scorsa settimana. L’intervento chirurgico, effettuato dal professor Matteo Ravaioli, è andato a buon fine e ha ridato una vita normale alla ragazza, mamma di una bimba di due anni. La foto di Raffaele e Arianna, e il racconto della loro esperienza da pazienti del Sant’Orsola è stata al centro di un post pubblicato sulla pagina Facebook dell’Irccs di Bologna, letto e condiviso nel giro di poche ore da numerosi cegliesi che hanno voluto fare gli auguri a padre e figlia perché possano riprendersi al più presto e tornare a vivere sereni e felici, lasciando alle spalle l’incubo vissuto a causa della insufficienza renale cronica di cui soffriva la giovane donna. Dopo il diploma, conseguito presso l’istituto alberghiero, Arianna ha iniziato a lavorare nel locale di famiglia, L’Antico Arco, un’osteria situata nel borgo antico cegliese, occupandosi della sala e dell’accoglienza. E due anni fa ha dato alla luce una bellissima bambina, Amélie, scoprendo la gioia della maternità. Ma la sua esistenza è stata messa a dura prova da un’insufficienza renale cronica, che ha richiesto dei controlli costanti, prima ogni sei mesi e poi sempre più ravvicinati, ogni tre. Fino a giugno scorso, quando la situazione si è complicata. 

La storia

«Ho iniziato la dialisi e nel frattempo il medico mi ha consigliato di venire a Bologna, al Sant’Orsola, per cercare la strada del trapianto», ha spiegato la 28enne. Di conseguenza, sono stati eseguiti appositi test di compatibilità sulla madre, ma non hanno dato risultati incoraggianti e così le attenzioni dei medici si sono spostate su papà Raffaele, che è risultato idoneo e compatibile alla donazione. In questo modo l’uomo ha potuto aiutare subito sua figlia. E ha commentato il gesto d’amore con poche parole e semplici parole che arrivano dritte al cuore: «È stata una grande gioia. Per i miei figli farei questo e altro». La scorsa settimana Raffaele ha donato uno dei suoi reni ad Arianna. 
L’intervento, eseguito dal professor Matteo Ravaioli, rientra nella maratona di 11 trapianti portati a termine in appena sette giorni nell’ambito del programma di Trapianto di rene diretto dal professor Gaetano La Manna. Grazie alla collaborazione della Terapia intensiva post chirurgica diretta da Antonio Siniscalchi e dell’Anatomia Patologica diretta da Antonietta d’Errico e allo sforzo di tutto il personale tecnico e infermieristico, tra il 25 settembre e il primo ottobre sono stati donati nuovi organi a 6 uomini e 5 donne, tra cui la più giovane è Arianna con i suoi 28 anni, mentre il più anziano ha 79 anni. Da inizio anno il numero dei trapianti di rene eseguiti dal Sant’Orsola di Bologna è salito a quota 92, uno in più rispetto allo scorso anno. E, come ha precisato l’istituto, «tale risultato è la punta d’iceberg di una importantissima attività preparatoria al trapianto, fondata soltanto quest’anno su circa 300 visite per l’inserimento in lista d’attesa, tra nefrologiche, chirurgiche e anestesiologiche. Ad oggi sono circa 490 i pazienti iscritti in lista d’attesa, il 49% dei quali proveniente da fuori regione. Un dato che dimostra concretamente come il centro dell’Irccs sia un punto di riferimento in questo ambito a livello non solo regionale ma anche nazionale».
 

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