La Provincia batte cassa: «Bari ci deve 12 milioni»

La Provincia batte cassa: «Bari ci deve 12 milioni»
di Sonia Gioia
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Venerdì 12 Febbraio 2016, 10:51
Licenziamenti revocati, stipendi dimezzati, ma la saga della Santa Teresa che quantomeno sopravviverà fino a giugno non chiude la partita. La Provincia di Brindisi passa al contrattacco e per mezzo di una letterina dell’avvocato Mario Marino Guadalupi controfirmata dal presidente Maurizio Bruno bussa alle porte della Regione e chiede 12 milioni di euro, più una manciata di spiccioli. In cosa consiste il credito vantato? Semplice, e direttamente collegato alle mansioni svolte dalla società partecipata della Provincia, ossia quelle funzioni “non fondamentali” la cui gestione è per tanta parte stata trasferita dalla legge Delrio alla Regione, ma che di fatto la Provincia continua a svolgere in assenza di fondi.

L’avvocato incaricato dalla Provincia sembra avere studiato assai bene la faccenda, e non è detto che trovate gemelle non fiocchino per iniziativa di quelli che la Delrio chiama oggi enti di Area vasta, specialmente contro la Regione Puglia che nella redistribuzione delle funzioni ha accumulato ritardi abnormi. Guadalupi ricostruisce passo per passo tutto la via crucis delle Province: il 7 aprile 2014 viene licenziata la Delrio con le relative Disposizioni sulle città metropolitane, sulle province, sulle unioni e fusioni di comuni; l’11 settembre successivo lo Stato e le Regioni sanciscono l’accordo sul riordino delle funzioni non fondamentali; il 9 giugno del 2015 lo Stato stabilisce che le poche Regioni che non avessero provveduto a dare attuazione al processo di riordino delle funzioni, avrebbero dovuto versare a ciascuna provincia del rispettivo territorio le somme corrispondenti alle spese sostenute dalle medesime per l’esercizio delle funzioni non fondamentali. E qui casca l’asino, ovvero la Regione Puglia, con tutto il rispetto. Tanto più, come sottolinea l’avvocato, che «la norma ha stabilito che il versamento da parte delle Regioni non è più dovuto dalla data di effettivo esercizio della funzione da parte dell’ente individuato dalla legge regionale».

Solo il 30 ottobre 2015, infatti, la Regione Puglia ha provveduto a rimettere le carte in regola (si fa per dire, visto che da più parti si lamenta una gran confusione nel riordino), trasferendo a se stessa le funzioni in materia ambientale, difesa del suolo e delle coste, servizi sociali, attività culturali, lavoro, formazione professionale, agricoltura, protezione civile, attività produttive, turismo, sport e politiche giovanili, che tuttavia fino al completamento del processo di trasferimento, «continuano ad essere esercitate dagli enti titolari alla data di entrata in vigore della legge».

«Nell’ambito del circondario territoriale di Brindisi – scrive Guadalupi nella lettera indirizzata a Emiliano&Co – tutte le funzioni, oggetto di riordino, sono state ininterrottamente svolte e sono tuttora svolte dalla Provincia di Brindisi», che per l’esercizio delle stesse ha sostenuto 12.031.372,80 euro da ottobre 2014 fino allo stesso mese del 2015, mentre per l’anno 2016 prevede «una spesa di 8.427.269,49». Insomma, calcolatrice canta, Regione dorme e avvocato diffida: «…ad adottare tutti gli atti di propria competenza al fine di una corretta applicazione della normativa di riferimento», e soprattutto «a procedere entro e non oltre trenta giorni dalla ricezione della presente, alla corresponsione alla scrivente Provincia di Brindisi della somma sostenuta», con aggiornamento interessi maturati e maturandi «sino alla data di completo soddisfo pari». Il conto alla rovescia è già cominciato dal 2 febbraio, se arrivano i soldi entro la data prevista, allora sì che la Santa Teresa (e non solo) potrà tirare un sospiro di sollievo.
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