L'ultimo saluto a Salvatore: il feretro portato a spalla anche dal sindaco

L'ultimo saluto a Salvatore: il feretro portato a spalla anche dal sindaco
di Giuseppe PERRUCCI
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Giovedì 23 Maggio 2019, 11:43 - Ultimo aggiornamento: 24 Maggio, 08:43

Si sono svolti ieri pomeriggio i funerali del 33enne Salvatore De Punzio Morleo, il meccanico di Erchie morto tragicamente nella notte tra lunedi e martedi scorsi, in un incidente stradale sulla strada provinciale 109, che collega San Pancrazio Salentino con il villaggio di Boncore, la frazione di Nardò che, poco distante, conduce sulla litoranea salentina di Torre Lapillo e Porto Cesareo nella notte lunedi e martedi scorso.

Sin dal pomeriggio del giorno prima, presso l'abitazione della famiglia in via Paisiello, ad accogliere la salma proveniente dall'obitorio di Veglie c'era una folla di parenti, e amici, i quali a turno, per tutta la notte e la giornata seguente, hanno vegliato dando conforto ai familiari: la mamma Lucia, che non si è staccata un attimo dalla bara del figlio, il padre Leonardo, il fratello Giuseppe. Per tutta la giornata, c'è stato l'incessante e mesto pellegrinaggio di amici e conoscenti che hanno manifestato vicinanza ed espresso l'ultimo saluto alla vittima.

Ieri pomeriggio, all'uscita del feretro dalla casa paterna, in tanti hanno tributato uno scrosciante applauso mentre la bara, coperta di fiori bianchi e portata in spalla dagli amici per tutto il lunghissimo percorso, veniva accompagnata, sulle note del concerto bandistico del maestro e amico di famiglia Paolo Bianco nella Chiesa Madre, dove il parroco Don Pietro Cinieri, ha celebrato la messa.

All'omelia, il sacerdote, ha fatto vibrare le corde del cuore dei presenti quando ha pronunciato profonde parole di conforto e di cristiana rassegnazione, concluso così: «Per la prematura tragica perdita di un figlio, non può esserci dolore più grande e più lacerante. Sono proprio questi momenti di profondo dolore e di smarrimento, che deve sostenerci la fede nel Dio Padre e la speranza che potrà diventare certezza di poter riabbracciare tutti i nostri cari nella vita celeste. Salvatore, era un bravissimo ragazzo, di sani principi morali, uno di quei giovani forgiati in un ambiente familiare sano, fatto di rispetto, di amore, di sacrifici e di lavoro. Lui, come tanti giovani di oggi, amava la vita, era serio e solare, non meritava questo beffardo epilogo».

All'uscita della chiesa, di fronte alla bara rimasta ferma per alcuni attimi sul sagrato, sotto la facciata della basilica di Santa Lucia, gli amici avevano allestito un poster gigante con un primo piano di Salvatore sorridente, associato all'immagine della madre celeste, con su scritto: “Comprenderai con il tempo, che il segno del passaggio di una persona nella tua vita, non dipende da quanto ti è rimasta accanto, ma da quanto ti ha lasciato dentro”.
Parole che hanno provocato profonda commozione. Ieri pomeriggio, in piazza ad Erchie, un intero paese, come ha dichiarato il sindaco Giuseppe Margheriti che reggeva insieme ad altri la parte posteriore della bara, «piangeva uno dei figli migliori», strappato tragicamente all'affetto della sua famiglia e della comunità.

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