«Inutile e dannoso»: Enel chiude il Centro per la ricerca

«Inutile e dannoso»: Enel chiude il Centro per la ricerca
di Elda DONNICOLA
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Mercoledì 4 Maggio 2016, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 12:44
BRINDISI - Questa volta il “de profundis” dei Centri di Ricerca Enel è stato decretato senza mezzi termini dall’Amministratore delegato di Enel Francesco Starace intervistato presso la Luiss a Roma. Sono stati definiti “inutili e dannosi” dall’Ad, e quindi meglio “liberare” gli ingegneri addetti alla ricerca, meglio sarebbe guardarsi intorno e alle esperienze mondali. Dunque, anche il Centro di ricerca brindisino che, a dire la verità, già vacillava da tempo di suo.
A Brindisi infatti, era stato annunciato che il Centro Ricerca Enel sarebbe stato trasferito nella Centrale di Cerano dopo aver chiuso la sua attuale sede, costruita negli anni ’90. La presa di posizione dell’Ad di Enel non è sfuggita alla Cgil. «La Cgil e la Filctem di Brindisi – dicono dal sindacato - nel confermare la loro netta contrarietà a un trasferimento di sede che di fatto maschera l’imminente chiusura del Centro Ricerca di Brindisi, invitano le istituzioni, i parlamentari del territorio ed i candidati sindaco a prendere posizione su una scelta che rischia di impoverire l’idea complessiva di uno sviluppo sostenibile nel campo energetico e nel settore industriale in generale, con conseguenti ulteriori effetti negativi sullo scenario territoriale».
Uno scenario, a dire il vero, già gravato da una pesante situazione di crisi socio-economica «e all’interno del quale – insiste la Cgil - le grandi aziende, anche quelle del settore elettrico, invece di smobilitare, dovrebbero investire per offrire nuove e innovative opportunità produttive che possano contribuire allo sviluppo e al rilancio occupazionale del territorio brindisino».
Per la Cgil, le dichiarazioni di Storace sono l’ulteriore conferma della tendenza che Enel aveva già manifestato da tempo e cioè tesa a liquidare le attività di ricerca e sviluppo interne all'azienda. “Tra le grandi aziende elettriche europee – dichiara Luca Barbetti della segreteria nazionale di Filctem - l'Enel è tra quelle che investono meno in attività di ricerca e sviluppo (circa lo 0,1% del fatturato), proseguendo in una azione di smantellamento progressivo delle strutture dedicate a questa importante attività. Peraltro, l’esempio della realizzazione della centrale ibrida di Still Water in Usa da parte dell'Enel, citato nelle risposte di Starace, è gravemente distorto poiché per il successo di quel progetto, unico al mondo perchè unisce l’energia solare a quella geotermica, è stato determinante anche il contributo del Centro Ricerca di Pisa che è una struttura interna all'azienda”.
Insomma, si prevede una dura battaglia nel tentativo di salvare i Centri Ricerca e anche quello di Brindisi. Si prevede una dura battaglia che necessiterà del sostegno di tutte le istituzioni e della politica in genere e non sarà facile da vincere. “L’Ad di Enel dovrebbe sapere – aggiunge Barbetti - che nessun governo del cambiamnto è possibile senza il confronto rispettoso con i lavoratori che per primi dovranno realizzarlo. Tale prassi può essere faticosa, ma questa è l’essenza vera della democrazia, e questo vale anche all’Enel, direi soprattutto all’Enel per ciò che rappresenta nella storia di questo paese”.