In classe termosifoni accesi, lezione in giardino

In classe termosifoni accesi, lezione in giardino
di Maria Chiara CRISCUOLO
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Venerdì 24 Marzo 2017, 09:20 - Ultimo aggiornamento: 13:11
BRINDISI - In classe con i termosifoni accessi mentre fuori la colonnina di mercurio segna 25 gradi. Notevoli disagi ieri mattina nella scuola media “Marco Pacuvio” di via Togliatti, a Brindisi. Già dopo la prima ora di lezione i ragazzi hanno iniziato ad avvertire i primi malesseri. Chi sotto la felpa indossava una maglietta a maniche corte, ha chiesto all’insegnante di potersi spogliare. Gli altri hanno optato per ambienti più freschi e aerati come l’auditorium e il cortile.
La preside del comprensivo “Santa Chiara”, Elvira D’Alò, ha telefonato alla ditta Energeko per chiedere di spegnere l’impianto di riscaldamento. Un paradosso che si traduce anche in un notevole spreco, come denunciano gli stessi alunni che frequentano la scuola media.
«Va bene dare l’avvio al riscaldamento nelle scuole all’inizio di novembre - hanno spiegato alcuni ragazzi - perché potrebbe anche capitare che sia un mese freddo, ma ogni istituto dovrebbe avere almeno un termostato per regolare i termosifoni in giornate calde come queste: è uno spreco assurdo e incomprensibile». Con l’arrivo del primo caldo nella scuola media del rione Santa Chiara si ripropongono vecchi e annose questioni come quelle legate alla qualità degli infissi. Le finestre, tutte rotte e sgangherate, sono state inchiodate in modo da impedire sia l’accesso in aula dall’esterno, sia che qualcuno possa farsi male.
«Non che la cosa ci sia dispiaciuta - ammette una studentessa - ma ieri siamo andati in giardino a fare lezione perché in classe l’aria era irrespirabile. Di inverno battiamo i denti, in primavera, invece, si muore dal caldo. Ci piacerebbe, invece, poter aprire le finestre della nostra classe per far cambiare l’aria e far entrare il sole».
Se da una parte preside e professori si ingegnano per offrire ai loro studenti progetti all’avanguardia, dall’altra spesso sono costretti a scontrarsi con strutture scolastiche che fanno acqua da tutte le parti, spesso anche letteralmente.
 
Cambiando istituto la situazione non sembra diversa visto che gli impianti di riscaldamento sono gestiti tutti dalla stessa ditta, per conto del Comune. Sono cinque anni, da quando la dirigente scolastica Elvira D’Alò è a capo dell’istituto comprensivo Santa Chiara di Brindisi, che viene segnalato il grave disagio della scuola all’amministrazione comunale. Le ultime lettere, in ordine di tempo, indirizzate agli assessori Salvatore Brigante e Michele Di Donna, oltre che alla sindaca Angela Carluccio, portano la data del 9 marzo scorso. La scuola è in possesso di tutta la documentazione sullo stato fatiscente non solo delle finestre ma di tutti gli infissi: relazioni di ingegneri, fotografie, articoli pubblicati su giornali cartacei e on line negli anni scorsi.
«Non ci sentiamo affatto sicuri - spiegano alcuni genitori, mentre in cortile aspettano l’uscita dei loro figli - ormai siamo abituati al peggio. Le finestre in plexiglass, rotte in più punti, sono state sigillate dai bidelli con mezzi di fortuna. Qualcuno prima o poi potrebbe anche farsi male. A chi dovremmo dare poi la colpa?». Dell’accaduto ieri mattina è stata informata anche l’assessore alla Pubblica istruzione Maria Greco che, nei prossimi giorni, incontrerà la dirigente per fare il punto della situazione.
 
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