I medici rifiutano il ricovero. Ma era colpito da setticemia

I medici rifiutano il ricovero. Ma era colpito da setticemia
di Francavilla Fontana
3 Minuti di Lettura
Sabato 6 Febbraio 2016, 08:57 - Ultimo aggiornamento: 08:59
BRINDISI - Chiedeva il ricovero inutilmente, sempre rifiutato, questa la denuncia, dai medici del Perrino. E allora si è rivolto all’ospedale Camberlingo di Francavilla Fontana (Brindisi), dove è stato operato d’urgenza perché a rischio setticemia. Lui si chiama Vito Serafini, brindisino di 50 anni. Ora sta bene, grazie alle cure dei professionisti francavillesi. Ma la brutta esperienza ha lasciato evidentemente un segno visto che Serafini ha preso carta e penna e ha scritto al direttore generale della Asl di Brindisi Giuseppe Pasqualone per raccontare la sua quello che lo stesso protagonista di questa storia, un caso di malasanità. Serafini, che scrive in terza persona, ma firma la missiva con nome e cognome, espone i fatti con lucidità, raccontando per filo e per segno quanto accaduto lo scorso dicembre.

«Si porta all'attenzione pubblica un caso di malasanità ai danni di un cinquantenne, Vito Serafini, affetto da ascesso inguinale, coinvolto in una lunga serie di negligenze presso l'ospedale Perrino dove più volte gli è stato negato un ricovero (dichiarato codice verde dal 118) nonostante uno stato febbrile persistente da giorni, resistente agli antibiotici e dopo una incisione eseguita dal medico di chirurgia generale nella serata del 13 dicembre. Da quel giorno in poi il soggetto si è aggravato e con febbre altissima è stato costretto a presentarsi alle medicazioni, eseguite da personale medico che rifiutava categoricamente la possibilità di un ricovero e al contempo ignorava le pressanti preoccupazioni dei familiari sull'evidente peggioramento del proprio caro e soprattutto sul persistere ostinato dello stato febbrile».

«Con il passare dei giorni - continua il racconto - l'ascesso in questione si è esteso lateralmente e con un evidente peggioramento fisico, la famiglia si è trovata costretta ad agire di propria iniziativa trasportando il malcapitato nella serata del 22 dicembre presso l'ospedale di Francavilla Fontana, al cui personale va riconosciuta un'enorme preparazione e professionalità. Infatti la gravità del caso è risultata fortunatamente lampante agli occhi del personale medico di guardia che ha provveduto ad un intervento d'urgenza con diagnosi di aggravamento ascessuale e stato settico volto alla setticemia (e quindi morte), il tutto scaturito da una incisione blanda praticata al Perrino non adeguata alla gravità del primo ascesso».

Questi i fatti. Almeno, secondo la versione del 50enne che, spalleggiato dai suoi famigliari, lancia la denuncia. Quanto meno sotto l’aspetto morale, umano e professionale.
«Alla luce dei fatti, conseguentemente ai danni subiti fisici e morali, indignati denunciamo questa nostra esperienza di malasanità che ci ha segnato e lo facciamo con l'auspicio che non vengano mai più a ripetersi accadimenti di uguale gravità nei confronti di coloro che bisognosi di cure inciampano - si legge nella lettera - nelle mani di medici incompetenti e privi di umanità».

Nessun nome, nessun cognome. Quello del 50enne appare come il libero sfogo di chi, pur denunciando un caso di malasanità, ha comunque messo in evidenza la bravura dei medici francavillesi. A loro volta, spesso, attaccati da chi lamenta esperienze meno felici tra le mura del nosocomio diretto dal dottor Antonio Montanile. Questa volta, il merito di aver salvato una vita è tutto dei professionisti del Camberlingo. M.Iur.
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA