Furto nella chiesa madre, il vescovo scrive ai fedeli: «Scomunica per chi profanato questo luogo»

La chiesa madre e il vescovo Intini
La chiesa madre e il vescovo Intini
di Alfonso SPAGNULO
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Sabato 3 Febbraio 2024, 20:01 - Ultimo aggiornamento: 6 Febbraio, 13:47

Ladri in azione nella chiesa madre di Locorotondo. Giovedì primo febbraio ignoti hanno rubato dal tabernacolo una teca contenente particole consacrate, le ostie per la comunione dei fedeli. Il parroco don Stefano Bruno, dopo aver scoperto il furto, ha immediatamente denunciato il furto alla locale stazione dei Carabinieri per le indagini del caso. Alla luce di quanto accaduto l’arcivescovo della diocesi Brindisi-Ostuni monsignor Giovanni Intini, di cui anche Locorotondo fa parte, ha voluto inviare una lettera rivolta all’intera comunità.

La lettera del vescovo

«Mi rivolgo all’intera comunità diocesana di Brindisi-Ostuni e in modo particolare alla comunità di Locorotondo – scrive mons. Intini informando tutti del furto -. Quello che è avvenuto è un gesto di profanazione che amareggia tutti noi che conosciamo bene il valore sacro e prezioso dell’Eucarestia. Tuttavia, a noi tutti si impone una riflessione più ampia sul clima di superficialità che abita la società in cui viviamo e forse contagia anche noi credenti. Sicuramente, occorre uno spirito di vigilanza ma non può mancare una adeguata riflessione e formazione, senza escludere una lettura del disagio esistenziale che attraversa tante persone, soprattutto i nostri giovani». Non va giù per il sottile monsignor Intini che “bacchetta” i ladri. «Voglio anche ricordare che il can.1382 del codice di diritto canonico prevede la scomunica latae sententiae per chi profana le specie consacrate.

Tuttavia, come Chiesa, non ci fermiamo all’aspetto giuridico penale ma sentiamo il bisogno di raccoglierci in preghiera per riparare questa offesa sacrilega nei confronti del Signore presente nell’Eucarestia e per contemplare, con occhi e cuore nuovo, il dono che Gesù ci ha fatto di restare con noi tutti i giorni fino alla fine dei tempi. Preghiamo anche per chi, consapevolmente o inconsapevolmente, si è reso autore di questo furto, perché il Signore, nella sua bontà misericordiosa, tocchi con la grazia il suo cuore o lo apra a orizzonti di conversione». L’arcivescovo Intini, infine, fa un invito all’intera diocesi che nella giornata odierna, proprio per quanto accaduto, ci si fermi per un momento di preghiera unanime. «Chiedo a tutte le nostre comunità locali – conclude la sua missiva l’alto prelato – di pregare durante le celebrazioni eucaristiche di domenica 4 febbraio e di prevedere nella settimana seguente qualche momento di adorazione eucaristica». La comunità locorotondese ha accolto immediatamente l’invito tanto che martedì 6 febbraio, alle 19.30, proprio in Chiesa Madre ci sarà un’adorazione comunitaria per «riparare questa offesa sacrilega». Il furto in chiesa ha comunque scosso Locorotondo tanto che sui social in molti hanno puntato il dito anche contro le istituzioni. «Forse questo gesto scellerato – scrive una cittadina - ci deve fare capire che dobbiamo incominciare a svegliarci e chiedere alle istituzioni di darsi una mossa. Non si può più vivere con la paura di restare a casa nell'attesa che i delinquenti colpiscano ancora».

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