Dramma al cimitero, trovato senza vita nella casa del custode

Dramma al cimitero, trovato senza vita nella casa del custode
di Giuseppe PERRUCCI
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Mercoledì 31 Agosto 2016, 09:12 - Ultimo aggiornamento: 17:41
Per cause ancora in fase di accertamento, un uomo anziano di 68 anni, ieri mattina, è stato trovato morto dai carabinieri nella casa del custode del cimitero di Erchie, struttura che però risultava ufficialmente disabitata perché ormai da diversi anni non esisteva più la figura del custode del cimitero. L’uomo trovato morto è Antonio Cionfoli, 68 anni, del posto, e viveva da solo.
L’anziano pensionato era seguito dagli uomini dei servizi sociali del comune e dal medico della Asl a causa delle precarie condizioni di salute. Sono stati proprio loro a chiamare i carabinieri della locale stazione allarmati dal fatto che lo stesso non rispondeva al telefono - che gli era stato dato in uso - ai quotidiani controlli. I primi a giungere sul posto sono stati il medico della Asl Donato Morleo, il maresciallo dei carabinieri Giuseppe Caramia comandante della stazione di Erchie con i suoi uomini e, poco dopo, la sorella del pensionato, i quali dall’esterno e dopo ripetute quanto vane esortazioni a rispondere, sono stati costretti a forzare la porta di ingresso per introdursi nell’abitazione.

L’uomo è stato trovato disteso per terra privo di sensi tra la cucina e la stanza da letto, il medico si è subito reso conto della gravissima situazione ha pure tentato di rianimarlo ma era già morto. Pare non vi siano dubbi che la morte sia avvenuta per cause naturali: un malore improvviso, un attacco di cuore, qualche complicazione derivante dalle patologie di cui soffriva Cionfoli, conosciuto in paese, mite di animo. Dopo alcuni anni di lavoro passati all’estero, l’insorgenza di alcuni problemi di salute lo avevano indotto a fare ritorno al suo paese. Una vita grama, fatta di ristrettezze economiche di indigenza e di disagio sociale come tante se ne registrano da tempo nel sud dell’Italia lo avevano spinto a chiedere aiuto ai servizi sociali comunali nonostante la piena e ininterrotta assistenza da parte della sorella.
Non è bastato, i problemi di salute lo hanno spinto a isolarsi completamente da tutti fino a ritirarsi nella casa all’interno del civico cimitero dove alle prime luci dell’alba, in perfetta solitudine come aveva vissuto, ha incontrato la morte.

I funerali si sono svolti ieri pomeriggio nella Chiesa del Santissimo Salvatore dove, di fronte ad uno sparuto drappello di familiari e conoscenti, l’ammonizione del parroco Don Giuseppe è stata composta ma severa: «come cristiani, dovremmo dedicarci di più ai poveri, agli emarginati agli “ultimi”, nel solco della chiesa tracciato con forza da Papa Francesco».
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