Emiliano insiste ancora sulla Tap: «Basta carbone a Cerano e all’Ilva»

Emiliano insiste ancora sulla Tap: «Basta carbone a Cerano e all’Ilva»
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Sabato 28 Novembre 2015, 10:47
C’è sempre l’approdo del gasdotto Tap a Brindisi nei pensieri del presidente della Regione Michele Emiliano. Che stavolta parla della “decarbonizzazione”, proprio attraverso il gas della Tap, non solo della centrale Enel di Cerano ma anche di alcuni dei forni dell’Ilva. Il terminale del gasdotto, che parte dall’altra sponda dell’Adriatico, è previsto però a Melendugno, unico sito ad avere superato la Valutazione di impatto ambientale. Tanto che le operazioni preliminari alla realizzazione dei lavori sono già a buon punto.

«Ho letto un po’ di carte che avevo da parte - ha raccoltato il governatore - e dalle quali emerge che la centrale avrebbe dovuto essere polifunzionale fin dall’inizio. Così ve la fecero ingoiare. Ora, quindi, sarebbe divertente cambiare alimentazione con il consenso anticipato dell’Enel e mettendola in condizione di agire con tempi industriali coerenti. Possiamo avere fonti alternative meno dannose grazie alle compensazioni ambientali. E se davvero questa fonte energetica relativamente pulita dovesse arrivare, si potrebbe pensare anche di alimentare alcuni dei forni dell’Ilva. Ma parliamo di un’operazione che non si può fare così, in un attimo. Ci vogliono anni e la cosa va gestita senza sfasciare le aziende».

Emiliano, però, ha tenuto a precisare che nessuna decisione sarà imposta dall’alto. «Questa - ha sottolineato il presidente della Retione - è la città che io considero il luogo in cui sono diventato adulto. E Brindisi merita di passare rapidamente dal dire al fare. In questo senso, io sono in attesa delle vostre decisioni, dei vostri sogni. Qualcosa si può fare, qualcosa no. Ad esempio, non me la sento di dire di sì a chiudere e basta la centrale di Cerano. Io le bugie non le so dire. E vi dico che nessuna scelta è a costo zero. Ma pensate se davvero riuscissimo ad eliminare il carbone da Brindisi e da Taranto». Ma, ribadisce Emiliano, è tempo di prendere una decisione.

A dire il vero, però, la città si era espressa già qualche tempo fa. Il consiglio comunale, infatti, nei mesi scorsi aveva votato all’unanimità un ordine del giorno nel quale si bocciava senza possibilità di appello l’idea di far approdare la Tap a Brindisi. Proposta molto criticata in città quando ad avanzarla - con tanto di ipotesi di conversione a gas di Cerano - era stato il consigliere regionale leccese Sergio Blasi. Ma anche quando i consiglieri comunali brindisini Francesco Cannalire, Francesco Renna e Ferruccio Di Noi avevano scritto al presidente del Consiglio Matteo Renzi, ipotizzando l’approdo nel sito di Micorosa e chiedendo in cambio non solo la bonifica di diverse aree inquinate ma anche un congruo ristoro economico.

Quel “ristoro” che, invece, secondo il presidente della Regione Puglia dovrebbe essere un prezzo di favore, «magari per cinquant’anni», del gas in arrivo attraverso l’infrastruttura della Tap. Per alimentare, appunto, la centrale Enel di Cerano ma anche i forni dell’Ilva. E se, dopo la proposta di Emiliano, dalle istituzioni locali - a partire dalla Provincia e dal Comune - arrivata qualche timida apertura quanto meno alla discussione, la pioggia di “no” è stata notevole. A partire da quello di Roberto Fusco, che di Emiliano è uno dei principali sostenitori. Era stato proprio il capogruppo di Sì Democrazia, qualche giorno fa, a ricordare che la presenza della centrale era stata fatta “digerire” ai brindisini con la promessa che l’impianto sarebbe stato metanizzato entro il 2004 e che, proprio per questo impegno non mantenuto, la città non crede più alle promesse del governo né a quelle dell’Enel».
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