«Didattica a distanza per proteggerci»: 280mila studenti al fianco di Martina

«Didattica a distanza per proteggerci»: 280mila studenti al fianco di Martina
di Maria Chiara CRISCUOLO
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Domenica 9 Gennaio 2022, 11:06 - Ultimo aggiornamento: 10 Gennaio, 07:05

Un tam tam sui social sta chiamando a raccolta studenti da ogni parte d'Italia. A guidare il movimento, che chiede a gran voce il rinvio del ritorno in classe, è una studentessa di Brindisi.

La 17enne brindisina guida la petizione

Martina Toma ha diciassette anni e frequenta l'ultimo anno del liceo linguistico Ettore Palumbo. Allarmata dall'aumento dei contagi e dal dilagare della variante Omicron, ha deciso di utilizzare Google moduli, per lanciare in rete un sondaggio gratuito a favore della propria tesi. La risposta è stata sorprendente, visto che in poche ore le sono state recapitate oltre 280mila risposte.

L'idea è partita dal confronto coni compagni

«Non immaginavo tanta adesione in così poco tempo - dice -. L'idea è partita dopo un confronto via WhatsApp con altri studenti. Sono rappresentate d'istituto e ho ascoltato in questi giorni le perplessità sul rientro in classe soprattutto di chi, per raggiungere il proprio istituto, deve utilizzare i mezzi pubblici». Dal sondaggio è emerso che alla luce dei dati proiettati, non sarà cosa facile garantire la tutela della salute e il rispetto delle norme di sicurezza in classe.
«Da domani si moltiplicheranno i casi negli istituti scolastici - sottolinea Martina - mentre invece restare in Dad per venti giorni contribuirebbe a far abbassare l'indice di positività.

La campagna vaccinale nei più piccoli è iniziata solo a metà dicembre. A causa della contagiosità della variante Omicron, una percentuale così bassa di vaccinati nelle classi rischia di innalzare vertiginosamente la curva dei contagi. Il governo non può continuare a ignorarci e a prendere decisioni sulla nostra pelle». Mentre parliamo sui profili social di Martina continuano ad arrivare attestazioni di stima e di incoraggiamento ad andare avanti.

Attraverso la community scolastica la petizione è volata in tutta Italia

«Faccio parte - riprende Martina - della community Scuolazoo, una realtà che nasce nel 2007 per raccontare la scuola dal punto di vista di chi si trova davanti alla cattedra, ovvero gli studenti. Questo mi ha permesso di diffondere il mio messaggio anche sui canali nazionali in pochissimo tempo. Da domani mi auguro che davvero qualcosa possa cambiare affinché il sacrificio di tanti ragazzi non sia stato vano».
Nel frattempo da Nord a Sud gli studenti di diversi istituti superiori sono pronti da domani a fare sciopero per chiedere di posticipare l'inizio della scuola sfruttando la Dad e poter così controllare meglio i contagi all'interno delle scuole.
«Non è, a mio avviso, la strada migliore da percorrere in questo momento - commenta in conclusione la studentessa brindisina - Lo sciopero studentesco è soltanto un'assenza ingiustificata da scuola. In questo momento dobbiamo essere compatti e salvaguardare sia il diritto allo studio che quello alla salute. Andremo avanti fino a quando non riceveremo una risposta dal ministero. La didattica a distanza non è certo l'ideale, ha molti limiti e noi tutti li abbiamo vissuti in prima persona. Tuttavia stringere i denti fino a fine mese, in attesa che il picco dei contagi si abbassi, è un compromesso accettabile. Siamo i primi a voler tornare a scuola, ma vogliamo farlo in sicurezza».
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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