Confindustria: «Era così negli anni Settanta e il risultato è stato negativo»

Angelo Guarini, direttore Confindustria Brindisi
Angelo Guarini, direttore Confindustria Brindisi
di Massimiliano IAIA
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Venerdì 21 Ottobre 2016, 22:08 - Ultimo aggiornamento: 22:09
Anche Confindustria Brindisi boccia sonoramente l’ipotesi di aprire l’aeroporto di Grottaglie ai voli civili, come proposto nella mozione approvata in Consiglio regionale. «I grottagliesi non se ne dolgano, ma questa fase c’è già stata negli anni Settanta ma non è stata premiata dal mercato»: a parlare è il direttore di Confindustria Brindisi, Angelo Guarini, anche lui convinto dell’irrealizzabilità di un’ipotesi del genere.
Guarini, che idea si è fatto della vicenda?
«A mio avviso si tratta di un’iniziativa simbolica, sul piano pratico non è fattibile. Devo anche dire che, come molti ricorderanno, una chance a Grottaglie è stata data in passato ma non ha funzionato».
A cosa si riferisce?
«L’aeroporto di Grottaglie prevedeva voli civili negli anni Settanta e parte degli Ottanta, ma alla fine l’esperimento si è rivelato tutt’altro che un successo. C’erano voli per Genova, Roma, Milano e Torino, ma alla fine con gli aerei sempre piuttosto vuoti. Per questa ragione i voli civili sono stati soppressi».
 
La destinazione è stata un’altra.
«Anche per questo ritengo che i contenuti della mozione mirino a un’ipotesi assolutamente tardiva, poiché la destinazione dei voli di Grottaglie,che seguono una logica commerciale, mal si concilia con i voli civili. Per i voli commerciali c’è solo Leonardo/Alenia, con un Boeing 747 che se fino a ieri atterrava una sola volta a settimana, adesso si dovrebbe a due-tre volte. Bisogna semmai preoccuparsi di altri aspetti».
Per esempio?
«Manca il completamento infrastrutturale dell’aeroporto di Grottaglie. In passato è stata costruita una pista bellissima quanto costosa, ma non vennero fatte le piste di rullaggio. Con questo voglio dire che è meglio investire secondo la destinazione prevista per Grottaglie. Penso ai droni, con tutta una serie di iniziative che dovrebbero essere prese in tal senso, a cominciare dal marketing. Bisogna comprendere, insomma, che non è che basti fare una mozione per avviare un percorso, non è cosi. Troppo facile, bisognerebbe lavorarci sopra, e io credo che non ci siano minimamente le condizioni per una trasformazione di questo tipo».
Qualora si realizzasse, l’aeroporto di Brindisi ci rimetterebbe?
«Non solo Brindisi. Anche Bari, ovviamente. Ma non si capisce per quale ragione in questo territorio debba esserci un aeroporto ogni 70 chilometri. Non se ne sente affatto l’esigenza, sarebbe anzi un vero spreco».
Il presidente di Federalberghi, Pierangelo Argentieri, ritiene che si debba semmai pensare ai collegamenti per chi vuole raggiungere le varie località, una volta atterrati a Brindisi.
«Ha ragione. C’è chi ci mette un’ora per arrivare da Milano a Brindisi, e poi mezza giornata per raggiungere alcune zone del Salento. Nell’epoca in cui viviamo, è un paradosso che dovrebbe far riflettere».
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