Confcommercio: buco da 800mila euro
«Quella sede è da chiudere»

La sede di Confcommercio
La sede di Confcommercio
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Lunedì 26 Settembre 2016, 08:00 - Ultimo aggiornamento: 14:09
BRINDISI - Bufera su Confcommercio Brindisi a partire da un focus di Confcommercio nazionale sulla situazione associativa, amministrativa, organizzativa, contabile ed economico-finanziaria che ha fatto emergere “gravi carenze”, tra cui un buco da 800 mila euro, debiti di tipo tributario e previdenziale. Oltre a un deficit di “correttezza, trasparenza e efficienza”. È così scattata da parte della giunta nazionale la proposta di decadenza dell’organizzazione locale, proposta che dovrà essere analizzata dal consiglio nazionale nella prossima seduta, prevista per gli inizi di ottobre.
 
La delibera della giunta della Confederazione generale italiana delle imprese, delle attività professionali e del lavoro autonomo Confcommercio imprese per l’Italia è del 14 luglio scorso. Su Confcommercio Brindisi è stata condotta un’indagine nel mese di febbraio 2016, svolta per conto dalla Confederazione dalla società “Centro impresa Online”. Le criticità emerse sono le seguenti: “Sotto il profilo associativo e amministrativo sussistono gravi carenze con riferimento allo statuto e alla totale mancanza di libri, registri e atti relativi allo svolgimento delle attività svolte da Confcommercio Brindisi e dagli enti della stessa partecipati”.

Più nel dettaglio: “Lo Statuto di Confcommercio Brindisi non è conforme ai vari principi, in materia di organizzazione, nonché di trasparenza e correttezza contabile, specificatamente previsti dalle norme”. Affermazione seguita da una serie di precisazioni tecniche su cosa avrebbe dovuto prevedere lo statuto per essere in regola. Poi ancora: “Confcommercio Brindisi non è stata in grado di dimostrare l’esistenza prima ancora che la regolare tenuta, di libri, registri e atti relativi allo svolgimento delle attività svolte dall’associazione e dagli enti partecipati”.

Nello specifico, stando alla relazione, con riferimento per gli anni 2012, 2013 e 2014 “non sono stati consegnati tra gli altri i libri contenenti i verbali delle riunioni degli organi; le deliberazioni di approvazione dei bilanci; i mastrini, il libro giornale, i libri Iva, il libro inventario, i libri cespiti; i contratti relativi al personale e altri contratti in essere; i modelli F24 con l’attestazione di quietanza dei versamenti”. “Sotto il profilo dell’organizzazione e edall’attivita – si legge ancora – sussistono altrettanto gravi carenze di correttezza e trasparenza, oltre che di efficienza, dai quali emerge un’evidente confusione amministrativa”. Accertato l’utilizzo di “due diversi codici fiscali” uno riconducibile alla denominazione “Confcommercio Brindisi” e un altro riconducibile alla denominazione “Associazione del commercio e del turismo della provincia di Brindisi”. Il presidente di Confcommercio Brindisi, Alfredo Malcarne, ha fornito al riguardo tutte le spiegazioni del caso, sottolineando che la Confcommercio Brindisi rappresenta la continuazione della precedente denominazione amministrativa.

“Confcommercio Brindisi – si legge ancora – non dispone di un direttore, ossia della figura professionale a cui dovrebbero essere demandati gli incarichi di assistere gli organi associativi e assicurare il buon funzionamento degli uffici”. Infine: “Sotto il profilo contabile ed economico sussistono carenze gravissime”, è detto nel report. “I bilanci forniti non sono il risultato di una puntuale rilevazione degli accadimenti amministrativi, ma piuttosto una ricostruzione postuma della contabilità”.

Ecco le posizioni debitorie: 124.296 euro di debiti per fondo Tfr; 127.471 euro verso Equitalia; 33.156 euro verso l’Agenzia delle Entrate; 29.670 con la Confederazione; 171.927 verso l’Inps per mancati versamenti alla data del 2 dicembre 2014; e infine 317.823 euro per contributi non versati risultanti da una comunicazione effettuata dall’istituto in data 8 settembre 2011.

Per il presidente Malcarne la situazione debitoria è riconducibile alla crisi degli ultimi anni: «Il numero degli associati si è ben più che dimezzato». La decadenza della Confcommercio Brindisi, è sempre secondo Malcarne, una ipotesi scongiurabile: «Puntiamo all’accorpamento con Bari o con Taranto per la creazione di un nuovo soggetto interprovinciale. Da soli, non ce la facciamo».
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