Restituire 63mila euro? Il dirigente si rifiuta. Digos in Comune, deciderà il giudice

Restituire 63mila euro? Il dirigente si rifiuta. Digos in Comune, deciderà il giudice
di Roberta GRASSI
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Sabato 22 Aprile 2017, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 16:07
Non intende restituire i 63mila euro percepiti quali compensi per l’attività svolta all’interno dell’Aro, l’ex vicesegretario generale, oggi dirigente comunale, Costantino Del Citerna. Con una nota ha fatto sapere alla sindaca e ai colleghi competenti di non voler ridare indietro, così come richiesto, quanto liquidato dal Comune: la causa del lavoro è ancora in corso, sostiene. All’esito si vedrà. Ha invece deciso di rinunciare all’intera somma, 60 mila euro, l’ex segretario generale, Paola Giacovazzo. Lo ha fatto senza dilazioni, con un unico bonifico.
La nota firmata da Del Citerna, con cui si comunica il provvisorio diniego, è stata acquisita ieri nella visita in Comune fatta dagli agenti della Digos di Brindisi. In questo caso si tratta di un prelievo di documenti compiuto su delega del pm Milto Stefano De Nozza, titolare del fascicolo in cui sono confluiti tutti gli atti. Si tratta di un’inchiesta che non conta al momento persone indagate. Non vi sono al momento neppure ipotesi di reato: per lo meno non in forma “nota” alle persone coinvolte. Si sa che c’è un’indagine, che va avanti a passo svelto.
E che è iniziata dopo che il caso è scoppiato negli uffici di piazza Matteotti, esploso proprio dopo che la sindaca, Angela Carluccio, si era accorta che somme per 220mila euro complessivi erano state liquidate a dirigenti e funzionari che facevano parte dell’ufficio Comune Aro, con un iter avviato il giorno dopo le sue dimissioni.
Si è scoperto poi, per lo meno tanto è emerso agli inizi di marzo in una riunione dell’Ambito di raccolta ottimale dei rifiuti solidi urbani (quello che avrebbe dovuto procedere alla redazione del bando decennale per la raccolta) a cui ha partecipato anche il commissario straordinario Gianfranco Grandaliano, che non vi sarebbe stata traccia del “titolo” necessario a liquidare gli emolumenti, per altro non dovuti – per i dirigenti – a parere dell’amministrazione e dell’ufficio legale, in virtù del criterio dell’omnicomprensività dei compensi.
Non c’è infatti alcun provvedimento di ratifica da parte dell’assemblea dei sei sindaci Aro rispetto alla composizione e ai compensi dello “staff tecnico” formato da personale dell’ente capofila, cioè Brindisi.
La vicenda è venuta a galla dopo che il 16 febbraio è giunta al Comune la rinuncia al decreto ingiuntivo da 58mila euro che era stato richiesto dall’ex vicesegretario generale, ora dirigente delle Attività produttive, Costantino Del Citerna. Da qui si è appreso che l’importo era stato liquidato dall’ufficio Ragioneria. Via mail erano stati autorizzati, ventiquattro ore dopo, i pagamenti in busta paga anche agli altri: 60mila euro all’ex segretario generale Paola Giacovazzo, poi 21mila euro a Rosa Anna De Angelis, 33mila euro a Cristina Guadalupi, 36mila euro a Gianluigi Fantetti.
Vanno inclusi nel conto anche i 6mila euro (lordi) di arretrati che sono stati assegnati al segretario generale, Giuseppe Salvatore Alemanno, per il quale c’è anche un aumento in busta paga di 1.500 euro anche per le successive mensilità. 
La sindaca ha chiesto la restituzione di tutti i compensi: ha risposto affermativamente il segretario generale Giuseppe Salvatore Alemanno, alla stregua del suo predecessore.
«La questione di cui si discute – fa invece notare Del Citerna – è già all’attenzione del giudice competente. Se all’esito del giudizio dovesse essere accertata la non spettanza dei compensi, lo scrivente provvederà conseguentemente e senza indugio a restituire quanto percepito».
Il giudizio cui si fa riferimento è quello in corso dinanzi al giudice del lavoro: Del Citerna aveva presentato una rinuncia al decreto ingiuntivo, a cui le avvocate del comune Monica Canepa ed Emanuela Guarino avevano fatto opposizione, e la liquidazione era avvenuta sulla base di “tentativi di componimento” da tutti disconosciuti. Una transazione mai effettivamente avvenuta. L’udienza è fissata a giugno.
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