Tra questi c’è pure il presidente dell’associazione politico – culturale cegliese “La Bussola”, Angelo Gasparro, che ha commentato: «Ormai manca ogni forma di rispetto, anche per i caduti in guerra». Inutile dire che la pubblicazione della foto “incriminata” ha lasciato spazio a critiche e offese, oltre che appelli a sanzioni. Ma nella discussione lanciata dal commento di Gasparro è intervenuto il maestro Uccio Biondi con una riflessione su quanto avvenuto: «Proviamo a sottolineare il perché senza aggressioni. Premessa: un sito del genere, impostato malissimo dalle Amministrazioni, diventa luogo anonimo tra manufatto architettonico preesistente e dunque monumento ai Caduti più scriteriata collocazione della Nike bronzea più iscrizioni installative in ferro rugginoso». E ancora: «1, il luogo portato alla spiritualità dovrebbe essere curato e avere la sua custodia. Invano. Di fatto ci sono vandalismi e ruberie. 2, il luogo nell’incuria continua ad essere violentato e deturpato nel suo essere. Da qui ragazzotti e ragazzette, che non sanno perché ignoranti né conoscono il senso di essere cittadini di una comunità, si arrogano il diritto di invadere spazi che nella memoria collettiva restano intoccabili. 3, la mancanza di senso civico - prosegue il noto artista - è il termometro esatto e la percezione che ormai si vive tra animaletti incoscienti che pensano solo all’apparenza. Per fortuna sono casi episodici da stigmatizzare con veemenza. La foto, in definitiva, è inutile, ma la giovane ragazza non deve essere messa alla berlina né derisa. Vuole solo essere informata e, quindi, educata al rispetto di ciò che appartiene anche a lei. Tutto qui».
La foto della lastra commemorativa “calpestata” dalla giovane in posa è solo l’ultimo, grave episodio che riguarda il monumento di via San Rocco, che in altre occasioni ha fatto da sfondo persino a buffet e foto di neosposi, come segnalato in passato dallo storico Michele Ciracì.
Questa estate, infatti, il sito è stato preso di mira dai ladri che hanno rubato elmo e braciere. A questo punto, tutta la comunità cegliese (a partire dall’Amministrazione comunale sino ad arrivare alle famiglie) ha il dovere di prendere coscienza della necessità di aiutare i più giovani e non solo a scoprire e riscoprire la sua storia e rispettarla, perché non venga più in mente a nessuno di mettere sotto i piedi la memoria collettiva.