Cambi d’appalto a Cerano: operai bloccano l’accesso. A rischiare sono in 22

Cambi d’appalto a Cerano: operai bloccano l’accesso. A rischiare sono in 22
di Elda DONNICOLA
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Venerdì 28 Aprile 2017, 05:30
 Sono trascorsi ben 34 giorni da quando la vertenza è iniziata e la soluzione per i lavoratori Wcs o ex Wcs sembra non arrivare mai. Di nuovo c’è che i colloqui con la ditta Sea si sono svolti la scorsa settimana senza, almeno per ora, soluzione alcuna finalizzata alle assunzioni. Ma anche che da due giorni Sea ha iniziato le attività nella centrale Enel con forza lavoro propria. E i lavoratori ex Wcs candidati all’ingresso nella società di Trepuzzi, dieci, sono tornati a protestare davanti ai cancelli, seguiti dagli agenti della Digos per l’identificazione dei manifestanti.
Era il 18 aprile quando fu annunciato che i colloqui dei 10 esuberi segnalati da Wcs e che Sea avrebbe dovuto accogliere nelle proprie maglie sarebbero iniziati da lì a breve. Un impegno al quale si era giunti a seguito dell’ennesimo incontro convocato dal prefetto Annunziato Vardè alla presenza di Enel, Confindustria e Sea, senza le organizzazioni sindacali.
Wcs è un’azienda che ha operato fino a poco tempo fa nella centrale Enel al servizio di pulizie idrodinamiche. La gara d’appalto ha fatto si che Wcs dovesse abbandonare il cantiere in favore della Sea. Da qui il problema del passaggio di cantiere dei 22 lavoratori, che ha dato vita ad una vertenza difficile con una trattativa che dura oramai da quasi un mese. Una vertenza che all’inizio sembrava mettere in discussione il posto di lavoro per una parte dei lavoratori e che, successivamente ha visto al centro della discussione l’elenco dei nominativi da traghettare da un cantiere all’altro.
 
Un primo accordo era stato raggiunto grazie alla mediazione del prefetto il 7 aprile e prevedeva che Wcs tenesse con sé 12 unità e che le restanti 10 passassero in Sea. Il lunedì successivo, il 10 aprile, a seguito dell’assemblea, i segretari di Fiom e Fim nonché le aziende, Enel e Confindustria sono tornati in Prefettura per sottoscrivere l’accordo, ma non la Uilm. Il segretario Alfio Zaurito contestava il fatto che la Sea non garantisse che i lavoratori avrebbero prestato la loro opera solo nel cantiere di Cerano. Nello stesso tempo in Confindustria organizzazioni sindacali e Wcs sottoscrivevano un altro accordo con i nominativi dei 10 lavoratori disponibili al trasloco in Sea.
Ma i conti senza l’oste non tornano. Il giorno successivo, sempre in Confindustria, le organizzazioni sindacali incontrano Sea e i contrasti tornano a farsi sentire con un’azienda che, in maniera legittima, pretende di avere libera scelta sui lavoratori da assumere.
Giovedì 13 aprile la Uilm proclama nuovamente lo stato di agitazione che porta i lavoratori a protestare ancora una volta davanti ai cancelli di Cerano. Interviene di nuovo il prefetto Vardè che questa volta lascia fuori dalla porta le organizzazioni sindacali e convoca Enel, Sea e Confindustria. L’incontro servirà a “convincere” Sea ad esaminare i 10 curricula resi disponibili da Wcs. E qui la storia sembrava dover prendere una piega positiva e volgere quindi a conclusione. «I colloqui si sono svolti il 20 aprile - riferisce il segretario Uilm Zaurito - ma in quella sede è stato ribadito dall’azienda che non era garantita la sede di Cerano. È stato inoltre detto che le retribuzioni percepite da Wcs erano troppo alte e che non potevano essere garantite». Insomma, sembra un buco nell’acqua dopo tanto parlare.
«Fino ad oggi (ieri per chi legge, ndr) - continua - abbiamo provato a trovare una soluzione, ma da ieri (ieri l’altro per chi legge, ndr) sono iniziati i lavori di Sea all’interno della centrale con la sua forza lavoro e i lavoratori hanno nuovamente bloccato i cancelli». La situazione è molto tesa, la protesta prosegue anche oggi.
In stato di agitazione sono anche i 27 lavoratori di Coemi all’interno del petrolchimico, che anche in questo caso a causa di un cambio d’appalto rischiano di restare a casa in 22. Sono solo 5 infatti, le unità che la nuova ditta assumerebbe. I sindacati hanno chiesto un incontro al prefetto. Nella serata di ieri è giunta la convocazione della Prefettura fissata per il 2 maggio alle 12.
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