I lavori in via del Mare riprenderanno, sì del Consiglio di Stato

I lavori in via del Mare riprenderanno, sì del Consiglio di Stato
di Roberta DENETTO
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Giovedì 27 Aprile 2017, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 16:45
Il Consiglio di Stato, in attesa dell’udienza di merito fissata dal Tar di Lecce, dà ragione in fase cautelare all’Autorità portuale di Brindisi nell’ambito del contenzioso con l’amministrazione Comunale per la realizzazione del muro di recinzione di via Del Mare. Pubblicata nella mattinata di ieri l’ordinanza con la quale l’interesse dell’Autorithy viene tutelato “con carattere di prevalenza” e viene sospesa “per intero l’ordinanza del 20 dicembre 2016” con la quale il Comune aveva fatto sospendere i lavori di realizzazione della recinzione e aveva anche intimato il ripristino dello stato dei luoghi e la rimozione delle opere ritenute abusive.
Contro l’ordinanza sindacale, l’Autorità portuale aveva proposto ricorso al Tar di Lecce che però ne aveva accolto solo in parte l’istanza cautelare relativamente al ripristino dello stato dei luoghi. Determinazione impugnata dall’Autorithy in appello. Ieri l’ultimo passaggio in ordine temporale con la decisione in fase cautelare.
I giudici hanno determinato che la recinzione “appare comunque necessaria perché il porto possa funzionare regolarmente” richiamando a sostegno della tesi la memoria prodotta dall’Autorità portuale il 18 aprile 2017 con la quale si faceva riferimento alla sicurezza delle operazioni di approdo.
La questione, almeno stando alle indicazioni emerse, ruoterebbe intorno alla garanzia della piena operatività dell’infrastruttura.
A questo punto l’amministrazione comunale è obbligata a dare esecuzione all’ordinanza, nonostante una posizione netta espressa da mesi circa l’abusività dell’opera. Secondo il sindaco Angela Carluccio spetterebbe, infatti, al Comune la responsabilità in materia autorizzativa. Inoltre da palazzo di città non sarebbe mai stata prodotta alcuna autorizzazione rispetto ai lavori avviati.
Insomma una battaglia a suon di carte e documenti per un’opera che viene ritenuta assolutamente necessaria da una parte e “paesaggisticamente inadeguata” dall’altra. L’autorità portuale ne fa una questione di sicurezza, soprattutto nell’ambito dei controlli antiterrorismo. Il Comune, facendosi peraltro portavoce delle istanze cittadine, inquadra invece la vicenda nel generale contesto del rapporto esistente tra la città e il suo porto, nell’impatto visivo e urbanistico che l’opera comporterebbe.
Il sindaco ha commentato a caldo la notizia già nel pomeriggio di ieri. “È stato avviato – ha dichiarato la prima cittadina – il dialogo, attraverso un tavolo di confronto, con il neo presidente dell’Autorità di sistema portuale Ugo Patroni Griffi per valutare eventuali determinazioni che ci possano portare a una composizione bonaria della questione. E questo al di là delle carte e dei pronunciamenti di merito. L’ipotesi è di riprendere il progetto originario immaginando di mettere la rete metallica davanti alle costruzioni e la parte trasparente davanti al porto. Il presidente doveva, a questo proposito, rivedere il progetto con i tecnici». Poi la Carluccio tiene a precisare che non si tratta di una «questione di puntiglio, quanto di un’espressa esigenza di tutta la collettività». Per questo, conclude «ci auguriamo che ci siano i margini per definire in maniera bonaria la situazione. Dobbiamo ritrovare lo spirito col quale mi sono approcciata fin dall’inizio alla vicenda, tenendo nella dovuta considerazione che la città e il porto vanno all’unisono».
Insomma il «indaco punta ad una risposta condivisa con l’Autorità di sistema rispetto alla criticità finita sul tavolo del Consiglio di Stato.
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