Tari: è Brindisi la città più tartassata d'Italia

Tari: è Brindisi la città più tartassata d'Italia
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Giovedì 4 Febbraio 2016, 10:34 - Ultimo aggiornamento: 11:35
BRINDISI - Brindisi prima in Italia per spesa media in rincari della tassa sui rifiuti. Se ne erano accorti da tempo i cittadini ma ora lo fa anche la Confesercenti nazionale, che in uno studio del suo Osservatorio nazionale sui rifiuti individua proprio nel capoluogo messapico non solo la città con la maggiore spesa pro capite per la tassa sui rifiuti ma anche quella in cui la Tari ha subito l’aumento maggiore. A livello nazionale, la tassa sui rifiuti è salita negli ultimi tre anni, nonostante una riduzione costante della produzione dei rifiuti, del 55 per cento. A Brindisi però, secondo i calcoli dell’Osservatorio di Confesercenti, l’aumento medio è stato, in un solo anno, del 97,54 per cento. In sostanza, mediamente la Tari è raddoppiata per tutti. In realtà, però, a ben guardare le aliquote le cose non stanno proprio così.

Innanzitutto perché, sul fronte delle utenze domestiche, i nuclei familiari meno colpiti sono quelli ad un solo componente o, al massimo, due mentre i più colpiti sono quelli di quattro (da 103,34 a 212,64 euro al metro quadro), di cinque (da 108,04 a 279,69 euro al metro quadro) e di sei o più componenti (da 126,24 a 327.5 euro al metro quadro). Poi ci sono le utenze commerciali. E anche qui, le differenze sono notevoli. Perché da un lato ci sono categorie di immobili per le quali la tassa sui rifiuti si abbassa drasticamente, come i capannoni industriali e le attività artigianali di produzione di beni specifici[FI] (entrambe da 7,78 a 3,31 euro al metro quadro)[/FI]. Dall’altro, invece, ci sono gli aumenti maggiori che hanno riguardato piccole attività come ristoranti, pizzerie e pub (da 21,26 a 34,13 euro); mense, birrerie e amburgherie (da 15,93 a 25,5 euro al metro quadro); bar, caffetterie e pasticcerie (da 17,29 a 25,78 euro al metro quadro); e ancora ortofrutta, pescherie, fiori e pizza al taglio (da 25,40 a 44,38 euro al metro quadro).

Ma Brindisi, secondo l’Osservatorio sui rifiuti di Confesercenti nazionale, è la prima in Italia anche sul fronte della spesa media Tari per abitante, calcolata in 308 euro. Per fare un confronto impietoso, basti dire che nella città ultima in classifica, ovvero Fermo, la media per abitante è di soli 86 euro. Proprio la tassa sui rifiuti, nell’ambito della discussione sul bilancio preventivo, lo scorso anno, aveva dato origine ad una spaccatura nella maggioranza i cui effetti sono visibili ancora oggi.

Dura l'opposizione di centrodestra, con il capogruppo di Forza Italia Mauro D'Attis, che definisce la tassa «spropositata a fronte di un servizio scadente ai cittadini». Un risultato, quello certificato da Confesercenti, che «fa ancora più rabbia perché è tutto a fronte di un servizio scadente che al Comune costa milioni di euro. Lo abbiamo sempre denunciato e, poiché non si è risolto nulla di ciò che si doveva, prevediamo che nel 2016 la Tari, a Brindisi, aumenterà ulteriormente di almeno il 20 per cento (rispetto al 2015) sia per le famiglie sia per le imprese».
Una brutta notizia, rispetto alla quale D’Attis ritiene di non potere essere smentito. «La Tari a Brindisi – continua il capogruppo di Forza Italia – è spropositatamente aumentata perché ai fini del calcolo della tariffa sono stati inseriti costi che, per noi, potevano essere esclusi come accaduto negli anni precedenti. Basta vedere lo scostamento tra il costo reale e quello standard. Lo abbiamo detto a gran voce ma siamo rimasti inascoltati. Un record così, proprio quando le famiglie e le imprese sono in crisi, è una vergogna».
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