Spari contro il dormitorio per migranti, forse una vendetta

Il proiettile sulla finestra (foto Max Frigione)
Il proiettile sulla finestra (foto Max Frigione)
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Martedì 23 Agosto 2016, 09:12 - Ultimo aggiornamento: 24 Agosto, 12:21

Due fori nella porta d’ingresso, cinque i colpi uditi nella notte. Il bersaglio è il dormitorio per migranti di via Provinciale San Vito che per ragioni ancora sconosciute è stato preso di mira da qualcuno che, facendo tuonare una pistola, aveva da consegnare un avvertimento.
Erano passate da poco le 23 di lunedì, quando il fragore degli spari ha diffuso il panico all’interno della struttura: sono 200 gli stranieri che al momento vi trovano un ricovero sicuro per trascorrere la notte, per lo più richiedenti asilo. I proiettili hanno rotto una vetrata. I carabinieri della compagnia di Brindisi, intervenuti sul posto dopo aver ricevuto una richiesta al 112, non hanno trovato bossoli né ogive, che potrebbero essersi disintegrate. Non si sa quindi quale tipologia di arma sia stata adoperata. Si ritiene che sia una pistola di piccolo calibro e che il grilletto sia stato premuto a distanza. Non si esclude, comunque, che possa essere stato utilizzato un revolver.
Sul movente sono in corso indagini. E non viene tralasciata nessuna pista: uno screzio avvenuto in precedenza, poi regolato con il piombo. Un’azione dimostrativa da inquadrare in un contesto di xenofobia, di intolleranza verso la presenza di stranieri in città. Un messaggio al terrore destinato a qualcuno in particolare fra gli ospiti per una frequentazione in terra brindisina che evidentemente non ha goduto dell’approvazione del tiratore.
 

 

 
I carabinieri stanno in queste ore cercando di chiarire ogni dettaglio. Di localizzare il punto da cui sarebbero partiti gli spari e ricostruirne la traiettoria. Non vi sono telecamere in zona, se non quelle di un vicino distributore di benzina. Non ne è dotato il dormitorio che dà accoglienza a migranti che attendono a Brindisi di ottenere una risposta sulla propria istanza. Ambiscono a ricevere lo status di rifugiati politici. Le procedure non sono così rapide. Aspettano e nel frattempo si danno da fare, lavorando nei campi. Sveglia alle 3 del mattino, rientro nel pomeriggio. Alle 23 erano tutti a letto: per chi va a faticare all’alba, a quell’ora è ancora notte fonda. Non lo è per l’altra parte della città che non era deserta. La strada che costeggia il centro era ancora molto trafficata. Ma al momento i carabinieri, che hanno ascoltato numerose persone, non hanno individuato nessuno che abbia visto la scena.

Le indagini vanno avanti: anche solo per escludere che sia stato un gesto razzista a interrompere bruscamente il sonno dei 200 stranieri e degli operatori della cooperativa che effettuano servizio notturno.
Pochi, al momento, gli elementi in possesso degli investigatori che continuano a scavare, a porre domande a chi è alloggiato nella struttura, a chiunque potrebbe fornire una spiegazione plausibile dei fatti.
Si battono tutte le piste, mentre le istituzioni, sensibilizzate come spesso accade da un fatto di cronaca, cercano una soluzione al sovraffollamento che costringe i ragazzi a dormire ammassati, l’uno accanto all’altro, nei letti che sono stati sistemati perfino all’ingresso. La questione è stata affrontata ieri nel corso del comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica che, come avviene ogni settimana, era stato convocato in prefettura. All’ordine del giorno c’erano altri temi ma non si è potuto fare a meno di dedicare un focus all’episodio della notte precedente.
Gli spari per fortuna hanno provocato solo danni e nessun ferito. L’attività investigativa avviata servirà a dare una lettura precisa dell’episodio. Per prevenirne altri e per fugare ogni dubbio sull’eventuale esistenza di sacche di intolleranza, in quel di Brindisi. Città che mai ha fatto parlare di sé per il rifiuto del “diverso”, ma che in passato si è guadagnata la ribalta per aver aperto le porte alla disperazione.

 

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