Bocciato lo shopping a ferragosto. Ma anche l’invito al boicottaggio

Bocciato lo shopping a ferragosto. Ma anche l’invito al boicottaggio
di Maurizio DISTANTE
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Mercoledì 9 Agosto 2017, 05:35 - Ultimo aggiornamento: 18:33
“È ferragosto, non passarlo tra le cose, scegli le persone”. È questo lo slogan scelto dalle segreterie di Cgil Filcams, Cisl Fisascat e Uiltucs per promuovere la campagna di boicottaggio dei centri commerciali i cui vertici hanno scelto di rimanere aperti anche il 15 di agosto. «Ancora una volta – si legge in una nota della Cisl - le grandi multinazionali del commercio, anche nel territorio di Brindisi e in particolare nell’area commerciale di Mesagne, scelgono di ignorare e di calpestare il rispetto dovuto alle migliaia di lavoratrici, di lavoratori e alle loro famiglie».
Non è la prima volta che questo tema viene sollevato dai sindacati che tornano sull’argomento dopo le passate campagne di boicottaggio organizzate sia nei periodi estivi sia in quelli invernali, nelle le festività natalizie durante le quali il problema si ripropone. «Lo fanno ammantando come presunto servizio alla collettività logiche squisitamente economiche – dichiara Antonio Castellucci, segretario generale della Cisl territoriale - a danno della decenza e addirittura della dignità non solo di chi lavora nei centri commerciali ma anche degli stessi cittadini che dovrebbero essere orientati a scegliere di coltivare la cultura del tempo libero, della socialità e della famiglia anziché quella del consumismo sfrenato e dei bisogni indotti».
L’ultima volta che s’era posta la questione è stato lo scorso 1° maggio, giorno dedicato proprio al lavoro e ai lavoratori: la decisione di lasciare aperti diversi ipermercati della zona suscitò polemiche e divisioni anche all’interno della grande distribuzione. C’è chi, anche a Brindisi, si oppose alla decisione delle porte aperte decidendo di tenere chiuse le proprie saracinesche. 
Il boicottaggio, nelle intenzioni degli organizzatori, dovrebbe fungere da pungolo nei confronti della classe politica locale, anche se la formula scelta dal sindacato non trova ampi consensi: se boicottattio dev’essere - è il pensiero corrente - allora lo sia per tutte le forme di lavoro irregolare.
 
In ogni caso secondo Antonio Arcadio, segretario generale Fisascat Cisl di Taranto e Brindisi, la politica si sarebbe prima accollata l’impegno di imporre dei paletti ai gestori dei centri commerciali per poi dimenticarsene. «Chiediamo alle famiglie di lanciare segnali chiari, non recandosi presso i grandi centri commerciali e le rispettive gallerie il 15 agosto – attacca Arcadio – e allo stesso tempo sollecitiamo la coerenza della politica, dei parlamentari e dei consiglieri regionali espressi dal territorio brindisino i quali negli ultimi anni si sono totalmente dimenticati delle promesse fatte al sindacato, quelle cioè di giungere a una regolamentazione della materia. Nonostante gli impegni assunti ai tavoli di concertazione, insomma, i nostri rappresentanti sono venuti meno. I lavoratori, in questa situazione, continuano a essere impossibilitati a decidere se aderire o meno al lavoro festivo, in quanto né una legge né il contratto di lavoro consentono ancora di poterlo fare».
Cisl e Fisascat Cisl, quindi, sperano che continui a maturare ancora di più rispetto al passato la coscienza comune contro le aperture, soprattutto in determinati giorni dell’anno, facendo anche un richiamo ai valori cristiani sul significato della festa. «Questo – spiega Castellucci – è un discorso che portiamo avanti da tempo e che si estende a tutte le feste presenti nel calendario: sia Pasqua, Pasquetta, Natale o Capodanno, poco cambia. Bisogna trovare dei sistemi di governo per questa situazione, per permettere ai lavoratori di non essere ostaggio del proprio posto di lavoro». La soluzione, secondo la Cisl, si può trovare a un tavolo attorno al quale siano sedute tutte le parti sociali coinvolte nella vicenda: partendo dalla legge che permette le aperture domenicali e festive, bisognerebbe mettere a punto un meccanismo che consenta ai lavoratori di godere almeno di 2 domeniche di riposo al mese. «Siamo in attesa – conferma Arcadio – di una convocazione presso l’assessorato regionale alle attività produttive che, in realtà, aspettiamo da giugno. Da parte nostra, c’è la voltontà a intavolare una discussione per delle turnazioni domenicali ma sulle aperture festive puntiamo i piedi: rimaniamo contrari».
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