Scarichi a mare, stagione balneare a rischio. Comune al lavoro per “alleggerire” i divieti

Scarichi a mare, stagione balneare a rischio. Comune al lavoro per “alleggerire” i divieti
di Francesco RIBEZZO PICCININ
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Martedì 24 Maggio 2016, 06:42 - Ultimo aggiornamento: 14:24
Cinque scarichi a mare, quattro di competenza dell’aeroporto ed uno dell’Agusta, mettono a rischio la stagione balneare dopo l’ordinanza con la quale il commissario straordinario del Comune di Brindisi Cesare Castelli ha vietato la balneazione su buona parte del litorale a nord di Brindisi. Oltre ai soliti e ben conosciuti problemi di pericolosità della falesia, sempre a rischio crollo, e dei canali, che non sempre scaricano in mare acqua pulita, quest’anno si è però aggiunta una novità: il divieto di balneazione previsto dal nuovo Regolamento regionale sulla disciplina delle acque meteoriche di dilavamento e di prima pioggia.
Un problema che riguarda, come detto, cinque punti del litorale a nord del capoluogo: cala Materdomini, lido Brin, lido Carabinieri e lido Polizia e infine il lido dei Vigili del fuoco. A questi si aggiunge un punto poche decine di metri più a sud di Sbitri, che però dipende dall’Agusta.
 
Il testo è stato modificato, in termini più stringenti, nello scorso mese di maggio. Così, Aeroporti di Puglia, recentemente subentrata all’Aeronautica militare nella competenza della gestione delle aree e dunque nella richiesta delle autorizzazioni. Quindi, la società che gestisce gli scali aeroportuali della regione ha chiesto un rinnovo delle autorizzazioni allo scarico. L’iter, seguito dal settore Ambiente della Provincia, è approdato in Comune per un motivo molto semplice: da via De Leo, infatti, è arrivata una comunicazione piuttosto chiara. L’ente, infatti, ricordava che è necessario prevedere il divieto di balneazione in un’area di rispetto di 200 metri dallo scarico in mare. E così, il Comune si è adeguato, inibendo la possibilità di fare il bagno a cala Materdomini, dunque nella zona che comprende l’ex spiaggia degli ufficiali della Marina militare, Lido del Sole e Conca; nell’area circostante lido Brin e comunque fino alla zona della Conca; nelle acque delle spiagge riservate ai carabinieri ed alla polizia, qualche centinaio di metri più a sud di Punta Penne e Punta del Serrone; all’altezza del lido concesso ai vigili del fuoco ed in un tratto di costa poco a sud di contrada Sbitri.

Una scelta, quella del commissario, fatta sostanzialmente per adeguarsi alla legge e garantire la salute dei bagnanti, dunque per motivi validi, ma che rischia di compromettere l’intera stagione balneare. Non solo perché l’ordinanza coinvolge molti lidi privati in regola con le autorizzazioni e che, avendo investito, rischiano di non poter nemmeno aprire i battenti. Ma anche perché le spiagge libere a disposizione dei brindisini, principalmente ma non esclusivamente a causa del rischio di crollo della falesia, sono già pochissime e l’ordinanza, in questo senso, dà un vero e proprio colpo di grazia alla fruizione del litorale.
Ma a palazzo di città, commissario, sub commissario, dirigenti e funzionari sono tutti consapevoli del fatto che sarebbe catastrofico se le cose rimanessero in questo modo. E non a caso, infatti, nella stessa ordinanza il divieto di balneazione nei punti nei quali sono presenti gli scarichi delle acque piovane è definito temporaneo.

In attesa del piano di monitoraggio da parte di Aeroporti di Puglia, che dovrebbe concludere il procedimento di rinnovo delle autorizzazioni allo scarico, il Comune sta provando ad aggirare il problema. La soluzione, di per sé, è abbastanza semplice: il gestore dell’aeroporto comunica formalmente al municipio che gli scarichi di sua competenza sono normalmente chiusi e vengono aperti solo in caso di forti precipitazioni, a causa - pare - della scarsa capienza delle vasche di contenimento al servizio dello scalo aereo. A quel punto, basterebbe che Aeroporti di Puglia comunicasse al Comune l’apertura degli scarichi con tre o quattro ore di anticipo per consentire all’ente di emanare, volta per volta, ordinanze di divieto di balneazione temporanee. In questo modo, per il resto del tempo, i brindisini potrebbero fare il bagno senza rischi. Anche alla Conca.
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