Santa Teresa: occupato il salone provinciale

Santa Teresa: occupato il salone provinciale
di Roberta DENETTO
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Venerdì 28 Aprile 2017, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 2 Maggio, 21:12
L’odierna seduta del consiglio provinciale non sarà certamente una formalità, considerando che sulla delibera in discussione soffia il vento delle rivendicazioni lavorative dei dipendenti della Santa Teresa, annunciate già nella giornata di ieri con l’occupazione simbolica del salone della Provincia. All’ordine del giorno il prolungamento delle attività della società in house per altri due mesi. Ma il sindacato Cobas non ci sta e, di fatto, contesta il provvedimento giudicandolo insufficiente a rispondere alle esigenze più volte poste sui tavoli di concertazione.
Al centro della protesta quella che in una nota Roberto Aprile definisce «arroganza del governo Italiano» colpevole, sempre secondo il sindacalista, di non mandare «i necessari finanziamenti per le attività che sono chiamate a gestire obbligatoriamente le Province». Ma il dito è puntato anche contro l’ente brindisino al quale i Cobas chiedono «di organizzare una protesta a Roma». In effetti fu proprio il presidente Maurizio Bruno a parlare lo scorso 16 marzo, in conferenza stampa, di una mobilitazione generale di tutte le province nella capitale. Mobilitazione che doveva essere coordinata, nelle intenzioni, dall’Upi nazionale e che poi non ha avuto più luogo. Mancata manifestazione che spinge i Cobas a sostenere che «l’Upi, così come ci aspettavamo, non protesterà contro questa assurda situazione» limitandosi a chiedere al governo garanzie affinché «per il prossimo anno si possa ritornare ad una cosiddetta normalità».
 
Poi Aprile rincara la dose facendo diretto riferimento ai finanziamenti messi a disposizione dal governo centrale. «I soldi del governo che attendevamo a Natale – dice – sono arrivati a Pasqua, ma in una misura scandalosa.
Il governo ha destinato solo due milioni di euro per la Provincia di Brindisi, di cui uno per le funzioni proprie dell’ente e un altro per la manutenzione delle strade ex Anas». E questo sarebbe un altro elemento di criticità perché lo stesso Aprile sostiene che «le attività per le strade ex Anas non sono quelle svolte dalla Santa Teresa ma riguardano le aziende esterne per il tappetino d’asfalto».
Da qui la posizione dei lavoratori che rigettano i contenuti del piano proposto dalla Provincia con il prolungamento di due mesi definito nella nota stampa «un contentino una tantum, dalle prospettive a dir poco incerte». Gli operatori della Santa Teresa puntano a Roma, chiedono una mobilitazione generale sostenuta dal presidente Bruno.
Critica la posizione del sindacato anche sulle questioni giudicate «inevase», come l’attivazione di corsi di formazione professionale e il cambio di statuto della Santa Teresa per permettere lo svolgimento di attività a favore di Comuni e di privati, oltre alla mancata informazione sulle risorse a disposizione per la società relativamente al 2017. Questioni che proprio oggi verranno portate all’attenzione degli interlocutori istituzionali non solo in Consiglio ma anche nel corso della riunione convocata propedeuticamente con le altre sigle sindacali.
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