Santa Teresa, pronta la protesta. Domani l’incontro con Bruno

Santa Teresa, pronta la protesta. Domani l’incontro con Bruno
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Domenica 11 Dicembre 2016, 08:32 - Ultimo aggiornamento: 19:11
Sono giornate di protesta per i lavoratori della Santa Teresa, che in settimana hanno saputo che il loro contratto con la società partecipata non sarà più rinnovato a partire dal primo gennaio. Una batosta per 120 famiglie, e anche per questo motivo domani mattina è previsto un incontro decisivo con il presidente della Provincia Maurizio Bruno, che sulla drammatica situazione delle risorse dell’ente è stato molto chiaro. Non si escludono iniziative di protesta già da martedì, mentre i sindacati stanno organizzando una manifestazione davanti al Parlamento, prevista per la fine della prossima settimana oppure per l’inizio di quella successivo.
 
Sull’argomento Santa Teresa è intervenuto il consigliere regionale del Movimento Cinque Stelle Gianluca Bozzetti che dice: «Chi e con quali fondi, da gennaio, svolgerà le funzioni prima espletate della Santa Teresa spa? Chi, ad esempio, si occuperà dell’edilizia scolastica, o delle opere di mantenimento stradale? Sono domande a cui tutti i livelli istituzionali devono adesso dare obbligatoriamente una risposta. Al netto delle responsabilità governative nazionali con la riforma Del Rio e Madia, dei loro tagli indiscriminati e non dimenticando i balletti finanziari di una provincia ormai sull’orlo del dissesto, anche la Regione Puglia non ha prodotto nessun risultato concreto in questo ultimo anno; d’intesa con la Task Force regionale, infatti, era stato promesso un impiego di alcuni dei lavoratori nel settore caldaie subito dopo l’approvazione della legge sul catasto energetico regionale, la legge oggi c’è ma la promessa ancora una volta è stata disattesa». 
Interviene anche l’ex senatore Euprepio Curto, che polemizza con la Provincia: “Affrontare un tema delicatissimo, quale la salvaguardia dei lavoratori della Santa Teresa, con una affermazione del tipo “io l’avevo detto” - premette Curto - sarebbe sicuramente banale, non servirebbe a tranquillizzare le 120 famiglie che in molti casi corrono il rischio di perdere l’unica fonte di sostentamento e di reddito, e per di più non aggiungerebbe neppure una molto fioca luce al buio totale di idee che sta caratterizzando l’inattivismo dei soggetti istituzionalmente deputati ad affrontare e risolvere il problema”.

La questione, secondo Curto, “andrebbe affrontata dividendo i molteplici settori di attività della società in house della Provincia in due segmenti: quello inerente le attività che notoriamente si autofinanziano, e quello delle attività il cui prosieguo dipende dalle risorse dell’Ente. Con le prime andrebbe costituito un autonomo ramo d’azienda così da non essere travolte dalle criticità delle seconde. Quest’ultime, invece, fatte salve tutte le più opportune iniziative finalizzate a garantire congrui ammortizzatori sociali, potrebbero dar vita ad un progetto serio che nelle fasi iniziali potrebbe essere finanziato sia dalla Regione Puglia, al momento incomprensibilmente fredda sul tema che a livello nazionale facendo ricorso a quel decreto milleproroghe in cui di norma si inserisce tutto ciò che è sorretto da volontà politica”.

Per l’ex senatore, tuttavia, “vi è bisogno di adeguata autorevolezza politica, e non di millantatori di un potere inesistente quali effettivamente sono alcune patetiche figure di secondo piano della Provincia di Brindisi. Vi è poi bisogno di grande coraggio istituzionale. L’8 gennaio 2017 si voterà per il rinnovo del Consiglio provinciale. L’esortazione a chi nutre aspirazioni a sedere sulle poltrone del Palazzo di via De Leo, ma più complessivamente a tutti coloro, ad iniziare da me, che sono legittimati al voto, è di disertare tale appuntamento ove a quella data non siano state imboccate strade concrete e positive per la soluzione del problema. Sarebbe un atto grave, ma probabilmente l’unico capace di scuotere i tanti anestetizzati dolosamente indifferenti al destino dei lavoratori della Santa Teresa”.
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