Allarme dalla Corte dei conti: «Gli equilibri economici della Provincia sono a rischio»

Allarme dalla Corte dei conti: «Gli equilibri economici della Provincia sono a rischio»
di Francesco RIBEZZO PICCININ
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Mercoledì 9 Agosto 2017, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 18:32
Non c’è tregua per i conti della Provincia. Non solo per quanto riguarda il presente ma anche il passato. Prima ancora che l’ente chiudesse, nelle scorse ore con l’approvazione definitiva da parte del consiglio provinciale, il bilancio consuntivo 2016 con una perdita di circa 2,3 milioni di euro, la gestione economica dell’ente era già sotto la lente d’ingrandimento della Corte dei conti, che fin dal mese di luglio dello scorso anno ha contestato una serie di punti riguardanti i bilanci 2012, 2013 e 2014, vale a dire in pratica tutti quelli approvati sotto la gestione commissariale di Cesare Castelli.
Lunghissimo l’elenco delle contestazioni, che mostra tra l’altro come alcune delle criticità evidenziate sussistano ancora nel consuntivo 2016 appena approvato dal consiglio provinciale. Tra questi un volume di residui passivi (debiti dell’ente) superiore al 50 per cento agli impegni di spesa corrente, valore negativo del risultato contabile superiore alle entrate correnti, eccessivo utilizzo dell’avanzo di amministrazione per il ripiano di squilibri contabili, notevole ammontare di passività potenziali ma anche notevole anzianità di residui attivi e passivi (rispettivamente, crediti e debiti dell’ente), mancanza di documenti da allegare, discordanza tra crediti e debiti tra ente e società partecipate, mancata indicazione delle azioni per il recupero dei fitti attivi. La Corte dei conti aveva stigmatizzato anche la mancata messa in opera del piano di razionalizzazione delle società partecipate imposto dalla legge a tutti gli enti locali.
Contestazioni alle quali, naturalmente, la Provincia ha risposto presentando le proprie controdeduzioni. In particolare sulla questione delle partecipate, l’ente ha sottolineato le difficoltà della dismissione delle quote del Ciasu, limitata da questioni statutarie, ma anche la messa in liquidazione della società “Terra di Brindisi” e l’uscita dai Gal “Terra dei Messapi” e “Alto Salento”. Rispetto al Ciasu, però, la Corte dei conti ha contestato anche il fatto che «il numero di amministratori risulta superiore a quello dei dipendenti», in contrasto con quanto previsto dalla legge.
 
Rilevati anche crediti, nei confronti della “Terra di Brindisi”, per circa 4 milioni di euro rivenienti dall’operazione dei cartolarizzazione e debiti per 11.500 euro per fitti riscossi dalla Provincia per conto della società. L’ente, tuttavia, non ha spiegato a sufficienza le motivazioni di queste discordanze.
Dopo avere preso atto dei provvedimenti, messi in campo dalla Provincia, per il ripristino degli equilibri di bilancio, la razionalizzazione delle spese e la massimizzazione delle entrate, ha invitato l’ente a proseguire nella concreta attuazione degli indirizzi ed accerta il risultato negativo della gestione di competenza dell’esercizio 2014 (di circa 5 milioni), la mancata trasmissione della relazione dell’amministrazione sui risultati conseguiti col piano di razionalizzazione delle partecipate e «dichiara irregolarità suscettibili di pregiudicare, anche in prospettiva, gli equilibri economico-finanziari dell’ente» i vari superamenti dei parametri di deficitarietà strutturale già contestati e invita l’amministrazione provinciale, tra le altre cose, a «proseguire nelle azioni di recupero crediti intraprese» oltre che nella razionalizzazione della gestione economica.
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