«Quella cocaina non è mia: tradita da un amico barese»

«Quella cocaina non è mia: tradita da un amico barese»
di Alfonso SPAGNULO
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Domenica 26 Febbraio 2017, 10:23 - Ultimo aggiornamento: 17:17
Continua a professare la sua innocenza e a parlare di un vero e proprio complotto: lo fa dal carcere australiano dove è rinchiusa dal 12 febbraio scorso, Elisa Salatino, la 39enne insegnante di Fasano fermata all’aeroporto di Melbourne con 5 chili di cocaina in valigia. Domani, per la prima volta dopo l’arresto, verrà sottoposta ad interrogatorio dinanzi all’autorità giudiziaria australiana. In quella sede, alla presenza del difensore d’ufficio, potrà esporre, a sua discolpa, la propria versione dei fatti. 
Nel frattempo Elisa Salatino, nel corso di una lunga conversazione telefonica con l’avvocato Oronzo De Leonardis, che unitamente all’avvocato Gabriele Contini assiste la famiglia Salatino, ha ribadito con forza, come dicevamo, la propria innocenza. «Elisa ha fornito i primi chiarimenti su quanto accaduto nei giorni precedenti alla partenza sino all’arrivo all’aeroporto di Melbourne» spiega proprio l’avvocato De Leonardis. «Ha spiegato - prosegue il difensore - che il viaggio in Australia è stato “un regalo di un amico di Bari che sta molto bene economicamente”, il quale ha insistito molto perché accettasse, desiderando che prendesse un periodo di relax dopo le difficili vicende personali e la separazione dal marito. Inoltre, ha fornito altri dettagli, che saranno sottoposti al vaglio anche delle autorità inquirenti italiane, sul viaggio da Bari a Roma, sulle fasi immediatamente precedenti al check in, sulla partenza da Roma e sull’arrivo a Melbourne. A suo dire è stato lo stesso uomo a provvedere a tutte le incombenze burocratiche necessarie alla partenza».
 
Secondo quanto riferito al suo legale la professoressa, dunque, non avrebbe mai visto la sostanza stupefacente contenuta nel bagaglio sino a quando non le è stata mostrata dalla Polizia aeroportuale australiana e crede che “ci sia stata tutta una manovra dietro e che la valigia o è stata sostituita o hanno fatto qualcosa al vagaglio”. «Elisa - conclude De Leonardis - è sofferente, tremendamente provata dall’incredibile episodio in cui è caduta ma è determinata a dimostrare la propria innocenza».
Nei giorni scorsi erano state diverse le ipotesi ventilate sulla vicenda. C’è chi ha addirittura parlato di un coinvolgimento della ‘ndrangheta nel viaggio australiano della Salatino soffermandosi sul fatto che la mafia calabrese gestirebbe gran parte del traffico di droga proprio a Melbourne. Ma gli inquirenti non tralasciano alcuna pista sull’argomento. Nell’appartamento barese della docente non è stata trovata alcuna traccia di droga. Qualche giorno fa sono scattate anche a scuola le perquisizioni degli agenti della Squadra mobile di Bari, che stanno cercando insistentemente indizi per far luce sulla vicenda che ha portato all’arresto di Elisa Salatino. In particolare, gli agenti hanno perquisito i cassetti assegnati alla professoressa, insegnante di sostegno all’istituto “Marconi”.
Non sono stati trovati tuttavia elementi utili alle indagini: la cassettiera è risultata vuota. I poliziotti stanno cercando di capire quali fossero i suoi contatti e chi, eventualmente, potrebbe averla convinta a trasformarsi in corriere della droga. Per gli inquirenti, poi, appare certa la presenza di un’altra persona accanto alla Salatino nel viaggio per l’Australia. Bisognerà vedere se si tratti proprio dell’amico a cui fa riferimento la stessa insegnante o si tratti di altra persona. La donna, oltre tutto, ha raggiunto Roma in auto e anche in questo caso l’ipotesi più sostenuta è quella che abbia fatto la strada tra Bari e la Capitale in compagnia. Intanto i familiari della donna attendono con ansia le autorizzazioni per poterla vedere. Appena arriveranno il fratello volerà in Australia per incontrarla anche se Elisa ha fatto sapere ai congiunti di stare bene fisicamente ma di essere provata solo emotivamente da questa storia.
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