Sfratto della polizia: chiude il bar dell'ospedale “Perrino”

Sfratto della polizia: chiude il bar dell'ospedale “Perrino”
di Francesco Ribezzo PICCININ
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Sabato 21 Novembre 2015, 11:22 - Ultimo aggiornamento: 13 Novembre, 09:13
Si è conclusa nel peggiore dei modi l’odissea del bar dell’ospedale Perrino: un contenzioso tra Asl e gestore che si trascina ormai da undici anni. Nella mattinata di ieri, infatti, la polizia ha eseguito alla presenza del direttore amministrativo dell’azienda sanitaria Giovanni Giannoccaro un’ordinanza di sfratto, cacciando di fatto i vecchi gestori e mettendo i sigilli ai locali, che ora saranno consegnati nelle mani della ditta che ha vinto la gara d’appalto bandita quattro anni fa ed il cui procedimento si è concluso solo la scorsa estate. Questo significa che nelle prossime settimane, il Perrino, una struttura enorme, rimarrà senza un bar. Certo, l’azienda sanitaria si sta adoperando per provare a mettere una pezza e già da questa mattina saranno installati distributori automatici supplementari ma i disagi non mancano.



Tutto nasce nel 2004, quando la Asl aveva notificato lo sfratto al gestore Benito Pagliara, forte di un contratto “7+7” che avrebbe visto la sua naturale scadenza proprio in quell’anno. Nell’interpretazione dei titolari del servizio, però, il trasferimento dal “Di Summa” al “Perrino” avrebbe avuto come conseguenza il “riavvio” del contratto che, dunque, secondo questa interpretazione sarebbe andato in scadenza nel 2013 ma che, proprio a causa dello stop, sarebbe valido ancora oggi.



La questione, naturalmente, è finita di fronte ai giudici ed ha attraversato vari gradi di giudizio. Nella prima fase, il tribunale ha revocò la richiesta di sfratto ma l’Asl si rivolse al Tar di Lecce. Quest’ultimo decise di far valere l’interpretazione data dall’Azienda sanitaria e quindi di considerare il 2004 come scadenza naturale del contratto. Pagliara, però, ha impugnato - almeno in parte - la sentenza del Tar, facendo ripartire la trafila giudiziaria. Che è andata avanti fino ad oggi, con notevole disagio dei partecipanti alla gara d’appalto(tra i quali non figura, però, Pagliara).



La procedura di evidenza pubblica per l’affidamento del servizio era nata dopo la pronuncia della Corte d’Appello di Lecce, che aveva intimato al gestore di liberare i locali. Lo scopo era quello di garantire all’azienda un introito più congruo rispetto alle entrate prodotte dal bar, vale a dire 18mila euro all’anno. La base d’asta, per questo motivo, era stata fissata a 75mila euro. Il gestore, tuttavia, aveva si era opposto alla decisione della Corte d’Appello e così il giudice Pietro Lisi aveva vietato alla Asl di contrattualizzare il servizio.



Nello scorso mese di agosto, però, le sezioni unite del Tribunale civile di Brindisi si sono espresse, dichiarando il proprio difetto di giurisdizione ed annullando, di fatto, il provvedimento cautelare che inibiva la contrattualizzazione. Fattispecie che la Asl, difesa in questo procedimento dall’avvocato Rosario Almiento, ha interpretato come un via libera, convocando le aziende le cui offerte erano state ritenute valide ad un incontro per verificare se qualcuna offerte, a partire da quella della Simposion, che aveva offerto 294 mila euro all’anno, e dalla New Power, che ne aveva offerti 210mila, fosse ancora valida.



L’offerta della ditta trentina, tuttavia, è venuta meno e dunque è rimasta quella della brindisina New Power, che nelle prossime settimane dovrebbe avviare il nuovo servizio. Ma ci vorrà ancora un po’ di tempo prima che il nuovo bar apra. «Il nuovo gestore - spiega il direttore amministrativo della Asl Giannoccaro - ha già presentato tutta la documentazione. Serve giusto il tempo per risistemare il bar, renderlo più bello, più garbato, più nuovo, più moderno e meno sporco. Parliamo più o meno, credo, di un mesetto. Nel frattempo ci siamo attivati per installare dei distributori automatici sul piano del bar, in mdo da ridurre il disagio dell’utenza, soprattutto per quanto riguarda i prelievi di sangue. Qualche è distributore, sia chiaro, è già presente ma ne aggiungeremo qualcuno al piano in modo che chi trova chiuso il bar possa prendere anche qualcosa da mangiare. Diciamo che il minimo indispensabile sarà garantito. Già da domani mattina (oggi per chi legge, ndr) saranno installati i distributori».



Disagi a parte, però, Giannoccaro è soddisfatto della fine dell’odissea. «Senza togliere uno - sottolinea - non possiamo far entrare l’altro. E chi c’era ha resistito fino in fondo. Siamo arrivati allo sfratto esecutivo in Corte d’Appello. Hanno tentato in tutti i modi di resistere. Ma mi pare anche giusto che l’Asl possa scegliersi un altro operatore economico. Visto, tra l’altro, che passiamo da 18mila a 220mila euro all’anno. Il gestore si è difeso con tutti gli strumenti messi a disposizione dalla legge. Ora, però, non ce ne sono più».