Forza Italia e D'Attis dicono sì: mozione di sfiducia a quota 17 firme

Mauro D'Attis
Mauro D'Attis
di Francesco RIBEZZO PICCININ
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Domenica 22 Gennaio 2017, 18:57 - Ultimo aggiornamento: 20:59
Arriva a quota diciassette la conta delle firme in calce alla mozione di sfiducia presentata dai Coerenti per Brindisi Pasquale Luperti e Marika Rollo, il capogruppo di Forza Italia Mauro D’Attis, infatti, ha cambiato idea dopo avere sostenuto la necessità di fare cadere l’amministrazione non prima del 25 febbraio, in modo da andare al voto nella primavera del 2018 e non, invece, entro tre o quattro mesi.
Una scelta contestata da molti, ritenendo che la posizione mettesse rischio la sfiducia e dunque la stessa caduta dell’amministrazione. Per questo, alla fine, D’Attis e Forza Italia, per evitare di passare per la “stampella” dell’amministrazione Carluccio, hanno ceduto. «Non abbiamo mai avuto dubbi - sottolineano il segretario provinciale Antonio Andrisano ed il capogruppo D’Attis - sulla posizione di Forza Italia da assumere in consiglio comunale a Brindisi rispetto alla fallimentare esperienza dell’amministrazione Carluccio. Pur mandandola a casa a febbraio, avevamo proposto di guardare al turno elettorale del 2018 per consentire alla città di affrontare con più serenità la campagna elettorale e alle forze politiche e ai movimenti di selezionare meglio le loro proposte. Per noi l’amministrazione Carluccio ha fallito e deve andare a casa. Visto che non è possibile evitare il voto immediato, non cambieremo comunque la nostra posizione che abbiamo ritenuto il dovere di discutere al nostro interno e con i colleghi dei gruppi che insieme a noi in questi mesi hanno fatto opposizione. La nostra posizione è quella dello scioglimento anticipato del Comune di Brindisi». I numeri, dunque, sulla carta ci sono.
E non è stato particolarmente semplice raggiungere, in pochi giorni, le 17 firme, anche a causa dei tentativi della maggioranza di recuperare voti in consiglio comunale, divenuti 15 (e dunque la minoranza) dopo l’uscita di Rollo e Luperti. D’altronde, anche nella giornata di ieri si rincorrevano i contatti, i tentativi di convincere questo o quell’altro consigliere a fare il grande salto, le strategie per tenere in piedi o per far cadere l’amministrazione. E intanto, la sindaca Angela Carluccio ha avuto proprio ieri un faccia a faccia con il leader dei Conservatori e Riformisti ed europarlamentare Raffaele Fitto.
Un incontro al quale hanno partecipato i massimi rappresentanti della coalizione e che si dice sia stato particolarmente duro e acceso. Fitto, infatti, avrebbe contestato all’amministrazione questioni di metodo, di obiettivi e di linee programmatiche da seguire. Una bocciatura su tutta la linea o quasi, dunque, dalla quale però è ancora possibile riprendersi, per il leader dei Cor. Serve, però, un cambio di passo. E magari, visto che se ne parla da settimane, anche un ampliamento della maggioranza.
Che sembrava dovesse in qualche modo riuscire. Addirittura, pareva che l’idea di D’Attis di andare al voto nel 2018 avesse conquistato almeno un altro consigliere di opposizione: il democratico Damiano Flores, che poco prima delle 13 aveva preso posizione. «Sento il dovere - scriveva - di prendere posizione sulla proposta del consigliere D’Attis avendo sottoscritto la mozione di sfiducia. Dopo sei mesi di questa pessima amministrazione, i cui risultati negativi si aggiungono a quelli della precedente, credo che sia opportuno e salutare per Brindisi e i brindisini un periodo di sano commissariamento. Tanti sono stati i cittadini che in queste ore mi hanno contattato sostenendo questa riflessione che anch’io, nelle ultime ore, ho maturato. Quindi si manda a casa la Carluccio subito (il 25 febbraio) ma si va a votare nel 2018».
Poco più di quattro ore dopo, Flores precisava, facendo un passo indietro: «Il sottoscritto è del Pd e resta vincolato alle scelte del partito. Ho sottoscritto con convinzione la mozione di sfiducia, anche con qualche imbarazzo perché assieme ad uno dei padri putativi del sindaco Carluccio, perché non posso ignorare che abbiamo il dovere morale nei confronti della città di porre fine alle sconcezze della peggiore amministrazione che Brindisi abbia mai avuto. Abbiamo vissuto una campagna elettorale piena di veleni e colpi bassi e credo che la città, soprattutto in questo momento, abbia bisogno di serenità e di pianificare con tranquillità il proprio futuro. Questa riflessione mi ha condotto al pensare che sia meglio votare nel 2018. Ma la mia è solo una posizione personale. Anche motivata dal fatto che il risanamento dei conti pubblici imposto dalla corte impone solo e forse l’ordinaria amministrazione che potrebbe con serenità svolgere anche il commissario prefettizio. Questo dovevo per chiarezza. A me stesso e al mio partito».
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